Una folla numerosa, tra cui molti giovani, ha partecipato ieri sera alla Via Crucis cittadina, percorrendo in processione le vie del centro storico dalla chiesa salesiana di Nostra Signora della Neve fino alla cripta di Cristo Re. Apriva il corteo la croce, portata a turno dai tre seminaristi.
Nelle quattordici stazioni, i rappresentanti della Pastorale Giovanile e dei gruppi parrocchiali si sono alternati nella lettura delle preghiere, meditazioni e brani della Bibbia, facendo memoria della Passione e della morte di Gesù quasi duemila anni fa a Gerusalemme.
«E’ fondamentale prendere coscienza che non siamo in grado di salvarci da soli. Dio, Gesù, sarebbe inutile. Al più, un facilitatore», ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti nella riflessione finale.
«Col peccato siamo come un ramo spezzato dal tronco. Non si può tornare indietro da soli. Col battesimo siamo già stati reinseriti nella nuova pianta. Ma abbiamo costantemente bisogno di riconciliazione, di farci rialzare da Lui, di riscoprire il redentore».
«Non possiamo accontentarci di essere salvati, ma dobbiamo essere strumenti di salvezza, capaci di annunziare la vita. “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo” (iMt, 28, 19). E’ l’annunzio missionario della Chiesa, senza il quale la stessa sarebbe sterile. La fecondità viene da Dio, attraverso le Sue membra».
«Bisogna che questo dono di salvezza vada anche oltre la nostra generazione. E’ bello che la Via Crucis quest’anno sia stata pensata dai giovani. Il Signore guidi la nostra conversione, ci dia la forza per la testimonianza e sia la nostra luce. E’ l’impegno che prendiamo davanti a Dio e davanti alla comunità per la Quaresima ».
F. Bellotti