Diciott’anni, vitale e creativa, un talento ancora da indirizzare: questa è Giorgia (Mariachiara Di Mitri). Brucia dalla voglia di finire la quinta liceo artistico ed evadere dalla provincia dove è cresciuta… la stessa in cui, per studiare all’Accademia di Belle Arti, s’è ritirata Ludovica (Aurora Ruffino). Lei di anni ne ha ventitré e sa già cosa vuole: diventare scenografa. Conoscendosi tramite il fratello di Mariachiara (Simone Riccioni), scopriranno l’imprevedibilità del destino, tra amicizie profonde, amori inaspettati e sogni d’evasione accesi da una variopinta carovana sulle rive d’un lago. Troveranno il coraggio d’affrontare le conseguenze delle loro scelte… perché nessuno è un’isola e il gesto di ognuno, nel bene o nel male, si riflette su tutti gli altri. Un viaggio verso l’età adulta che tocca le speranze, i timori, le difficoltà e le gioie di ogni percorso di crescita.
“La mia seconda volta” è un film sull’importanza delle scelte. Ogni giorno, vivendo, ci troviamo di fronte a bivi, più o meno visibili, che ci costringono a scegliere: entrare o uscire, “sì” o “no”. Fa parte della quotidianità di ognuno di noi. Ci sono scelte difficili, quelle che necessitano di attenzione, di riflessione, di tempo. E ci sono quelle facili, immediate, a cui si risponde quasi senza pensarci perché “ci piacciono”. Scelte di testa e scelte di pancia, potremmo dire. Eppure il comune denominatore delle scelte, facili o difficili che siano, è la non-certezza della conseguenza.
“La mia seconda volta” è allora un film sulle conseguenze. Uno spunto di riflessione lasciato ai ragazzi e agli adulti, che non intende fare moralismi né lanciare insegnamenti a tutti i costi. Un quadro il più possibile oggettivo che ogni spettatore potrà guardare per formarsi una propria idea. Senza dimenticare però che il film è ispirato ad una storia vera. E dunque “La mia seconda volta” è un film sulla vita. Sui giochi e sull’imprevedibilità di ogni giorno. Sulla consapevolezza che anche volendo, spesso, non si può tornare indietro. Che la vita è una scelta, e ogni scelta porta una conseguenza. Una gioia o un dolore, da accettare. Anche quando non ci piace. Perché è da qui che che può nascere una bellezza ancora più grande.