Una testimonianza educa più di mille discorsi. È successo in una scuola, ascoltando l’autista di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci
Caro direttore,
l’educazione alla legalità è un tema di cui oggi la scuola è sollecitata a farsi carico con particolare impegno, anche perché lo stesso esame di Stato nel colloquio avrà una parte dedicata.
L’IIS Bachelet di Abbiategrasso ha di recente fornito un esempio di educazione alla legalità con grande impatto sui giovani. Lo ha fatto invitando Giuseppe Costanza, autista di Giovanni Falcone e sopravvissuto alla strage di Capaci, e Riccardo Tessarini, autore del libro Stato di abbandono in cui racconta la vicenda umana di Costanza. Sabato 6 aprile grazie all’amministrazione comunale e al Circolo Acli di Abbiategrasso vi sono stati due incontri con Costanza e Tessarini, uno per gli studenti del Bachelet, l’altro aperto alla cittadinanza.
Giuseppe Costanza ha raccontato della strage di Capaci e di come lui che era sull’auto con Falcone sia sopravvissuto. Il suo racconto poi è entrato dentro i diversi episodi che documentano la grande amicizia con il giudice Falcone e la condivisione della sua lotta alla mafia, il cui principio cardine è stato l’amore alla verità. Proprio questo amore alla verità che continua a guidare la vita di Costanza lo ha fatto diventare un personaggio scomodo: lui, che ha servito lo Stato, si è sentito abbandonato proprio dallo Stato.
La denuncia di Costanza è stata determinata e ben circostanziata, è la denuncia di un uomo che ha detto chiaramente che la lotta alla mafia non la si fa con le manifestazioni di facciata, ma affermando il valore dell’uomo dentro la vita quotidiana, combattendo la corruzione e costruendo una società più giusta. Costanza ha esplicitamente detto che la strage di Capaci ha molti lati oscuri, che quella è la manovalanza della mafia, che la mafia vera non è stata toccata e che rimane aperta tutta la questione su cui Falcone stava indagando, quella del rapporto tra mafia e politica. Una testimonianza appassionata quella di Giuseppe Costanza, la testimonianza di un uomo che sa che cosa sia il fenomeno della mafia perché ne ha subito la violenza fisica e la forza di emarginazione di cui è capace anche in una società democratica.
Riccardo Tessarini ha raccontato di come ascoltando un’intervista a Costanza gli sia venuta l’idea di scrivere un libro su di lui. Da qui è nato il rapporto con Costanza e tutto il lavoro di documentazione che ha portato ad editare Stato di abbandono, un testo eccezionale perché racconta la storia di un uomo che grazie alla sua forza morale ha continuato ciò che Falcone gli aveva insegnato, cioè a combattere la mafia affermando sempre la verità.
Che Abbiategrasso abbia avuto la possibilità di incontrare Costanza e Tessarini è stato molto importante dentro l’attenzione alla legalità che la scuola ha come uno dei compiti primari. I due incontri di sabato 6 aprile hanno indicato una strada significativa all’interno di questa prospettiva, quella di far parlare i testimoni, coloro che vivono esperienze reali di legalità. I giovani, e lo hanno dimostrato i due incontri di sabato, non hanno bisogno di discorsi sulla legalità, di prediche sui valori; hanno bisogno di incontrare uomini che testimoniano un amore concreto alla verità e alla giustizia, uomini che danno la vita per affermare il valore dell’uomo. Sono i testimoni a far riflettere e lo si è visto nelle molte domande che ragazzi e ragazze hanno posto a Costanza, incuriositi dal fatto che un uomo voglia dedicare la vita alla verità, a che emerga in tutti i suoi aspetti e colpiti dalla sua passione.
Questo educa, trovare uomini che siano appassionati alla vita e che non smettano di cercare quegli aspetti di vero che sono ancora oscuri. Costanza e Tessarini, in due modi diversi, hanno testimoniato una ricerca appassionata al vero; con il loro racconto hanno sollecitato i giovani a prendere questo testimone e a portarlo.
Fonte: Gianni Mereghetti | IlSussidiario.net