A Signa il Crocifisso fatto coprire dalla presidente di seggio, moglie del candidato sindaco
Una croce fatta con due pezzi di scotch a coprire il crocifisso appeso al muro della scuola, utilizzata domenica come seggio elettorale. Accade a Signa (Firenze), dove è bufera sulla presidente di seggio, nonché moglie del candidato sindaco, risultato eletto, del Pd. Così un simbolo religioso finisce di nuovo nella polemica politica. Stavolta, però, non è il rosario ostentato da Matteo Salvini, bensì la Croce, occultata da un esponente dell’opposizione in nome della laicità del seggio. È stato proprio un esponente locale del Carroccio, Filippo la Grassa, a postare una foto realizzata da qualcuno all’interno dei locali. E, pur concedendo che il gesto sia stato compiuto secondo legge, ha parlato di «incredibile miopia». Tra gli altri, è intervenuta la commissaria del partito in regione (e sindaco di Cascina), Susanna Ceccardi, parlando di «follie elettorali toscane». Alla fine lo scotch, viste le proteste di molti elettori, è stato rimosso. Il neo sindaco, Giampiero Fossi, ha difeso l’operato della moglie. E ricorda di essere cattolico e di aver fatto mettere di tasca propria i crocifissi nelle scuole cittadine. La donna, su richiesta di alcuni cittadini, aveva compiuto la stessa operazione di copertura il 26 maggio, chiedendo prima un parere alla Prefettura.
SECONDO NOI
Coprire è fazioso come esibire
Qualche settimana fa era stato esibito strumentalmente da un palco politico, domenica scorsa il Crocifisso è stato “cancellato” con un pezzo di nastro adesivo dalla sede di un seggio elettorale toscano. Due atteggiamenti ugualmente inaccettabili, anche se di segno diametralmente opposto. Ad accomunarli c’è però l’uso fazioso di quel “simbolo” e l’incomprensione (o persino il rifiuto) di ciò che esprime: un amore sconfinato e inclusivo, che non divide gli uomini e le donne in base alla razza, alla provenienza, alla cultura, all’età e perfino alla religione, ma è offerto a tutti in maniera totale e irrevocabile. Non si rispetta la laicità delle Istituzioni coprendolo, anzi a ben vedere la si offende, perché così facendo si espunge dai valori alla base della democrazia (di cui le elezioni sono uno dei momenti clou) la radice più salda del rispetto per la persona, sostituendolo con un vuoto anonimo. Un vuoto in cui rischiano di prendere forza proprio le istanze divisive di quanti, all’opposto, arrivano a brandire il Crocifisso contro gli altri. (Av)
Fonte: Gianni SANTAMARIA | Avvenire.it