Autolesionismo, una rete per aiutare giovani e famiglie
— 16 Luglio 2019
— pubblicato da Redazione. —
Cinquanta casi al Pronto soccorso pediatrico della Spezia.
La Spezia – Nel corso del 2018 Io Fondazione Demaestri onlus. in collaborazione con il dott. Martorana, responsabile del progetto Sibric.it (Portale ci ricerca, informazione e supporto sui comportamenti autolesionistici) ha partecipato al bando aperto 2018 di Fondazione Carispezia con ‘Rompiamo il silenzio: stop all’autolesionismo’, progetto di prevenzione nell’ambito delle condotte autolesive in adolescenza presentato stamani in Direzione Asl 5 alla presenza dei rappresentanti dei vari partner coinvolti: il dottor Giuseppe Martorana, onlus Demaestri e responsabile del progetto, il sindaco di Borghetto Vara e presidente di Ats60 Claudio Delvigo, lo staff che ha seguito il progetto con Maria Paola Buchignani, Ilaria Giannoni, Rosolino Vico Ricci, Luca Bassano, la Asl5 con Maria Alessandra Massei, Rosanna Ceglie, Franco Giovannoni, Roberto Ferrara Della partita anche l’associazione Nuove Generazioni. “Secondo una recente ricerca promossa dallo Società italiana di pediatria e dal Ministero dell’Istruzione – hanno speigato -, su 10mila ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti da tutte le regioni italiane, l’80% del campione ha vissuto un disagio emotivo e il 15% afferma di essersi autoferito almeno una volta. Un dato allarmante se si pensa che lo presenza di questi comportamenti, nella letteratura scientifica, sia un fattore correlato ad un aumentato rischio ci suicidalità in adolescenza. Tuttavia, nonostante il rapido diffondersi di questi comportamenti tra i giovani e la crescente attenzione dei media e dei clinici, in Italia non ci sono ancora servizi adeguati q fornire supporto e aiuto a questa utenza e alle loro famiglie. A complicare il tutto anche la difficoltà dell’inquadramento diagnostico dell’autolesionismo, che al momento infatti risulta inserito nella sezione condition far further study del Dsm5, ovvero tra le condizioni non sufficientemente conosciute, e ne è incoraggiato l’approfondimento attraverso lo ricerca”.
Questo scenario fa sì che sia i giovani che i familiari, in particolare all’inizio, siano spesso disorientati e giungano in modo casuale all’attenzione clinica, finendo smistati tra servizi del pubblico o del privato, talvolta con poca o nessuna esperienza di tali comportamenti e della loro complessa fenomenologia. Un fenomeno a cui lo Spezzino non è estraneo: basti pensare che negli ultimi mesi al Pronto soccorso pediatrico della Spezia sono stati registrati circa cinquanta casi di autolesionismo. “Con questo progetto – hanno proseguito i promotori – si intende da una parte accrescere e diffondere le conoscenze sulle condotte autolesive per ridurre lo stigma e favorirne la comprensione, dall’altra si mira o contrastare il fenomeno attraverso azioni di individuazione e intervento precoci”. Obiettivi specifici saranno: formazione di una equipe specializzata nell’intervento con giovani autolesionisti. che possa lavorare sia on line, tramite il portale Sibric, sia offline nei due punti Sibric individuati nel territorio (Brugnato e La Spezio); sviluppare una rete di lavoro per l’accompagnamento e presa in carico dei giovani e delle loro famiglie; sviluppare servizi di informazione e supporto online in grado di raggiungere i giovani autolesionisti, in particolare quelli più in difficoltà ad accedere ai servizi del territorio (minori che non hanno appoggio dei genitori o che hanno difficoltà ad accedere ai servizi, ad esempio); attivare due punti Sibric nella provincia della Spezia presso i centri della Fondazione Demaestri a Brugnato e alla Spezia, nei quali offrire servizi di informazione. consultazione e supporto a giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni incorsi in comportamenti autolesionistici, e alle loro famiglie; infine, diffondere le conoscenze sul Nssi (Attività autolesiva non suicidaria).
Fonte: CittadellaSpezia.it
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