Un decalogo per essere meno antipatici. L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini lo consegna virtualmente a tutti i cristiani. Consigli e suggerimenti per abbattere quella cortina di pregiudizio che gravita intorno al credente.
«Non fanno niente di male, eppure molti li guardano come fossero un fastidio, un disturbo; non vengono a imporre niente, ma già il fatto che esistano genera il pregiudizio che siano invadenti – afferma monsignor Delpini – i cristiani, come è ovvio, hanno una visione cristiana del mondo, dell’uomo, della donna, del matrimonio, dell’economia, della vita e della morte: questo li rende una presenza antipatica».
«Ci sono cristiani – prosegue l’arcivescovo – che si sentono a disagio quando si sentono circondati dall’antipatia o addirittura dell’odio. Ma se hanno letto il vangelo, già sanno che devono aspettarselo. Dice infatti Gesù: sarete odiati da tutti a causa del mio nome (Lc 21, 17). Quando si sentono a disagio cercano di rimediare in diversi modi. Alcuni si chiudono, stanno tra di loro, frequentano solo persone che la pensano come loro. Altri si nascondono tra la folla, fanno finta di essere come tutti». Ma in questo modo «non evitano l’antipatia».
Per essere d’aiuto ai cristiani «che sono coscienti di essere antipatici, ma vogliono continuare a esserlo, con serenità e fierezza», Delpini ha pensato che ad un «manuale per la sopravvivenza nei giorni dell’antipatia».
1 – Non mendicare simpatia, non venderti all’idolatria
I cristiani vigilano per evitare di adeguarsi alle abitudini del tempo e quindi cercano di non lasciarsi sedurre dagli idoli, che sono costumi, pratiche di vita, risultati che chiedono sacrifici senza dare vantaggi: il denaro, il potere, il prestigio, la bellezza, ecc.
2 – Se non percorri la via del sapere, ogni obiezione ti mette a tacere
Di fronte alle accuse, alle insinuazioni, ai luoghi comuni nel leggere la storia, i cristiani possono rispondere, se sanno come sono andate le cose e se sanno i contenuti e gli argomenti della dottrina cristiana.
3 – Se impari la preghiera, sei sereno mattino e sera
I cristiani non sono cristiani perché portano un distintivo, ma perché hanno un rapporto vivo con Gesù: gli parlano, lo invocano, lo ascoltano. Cioè pregano. In questa preghiera si stabilisce un rapporto personale che sostiene in ogni situazione e rende perseveranti vincendo ogni tentazione.
4 – In amicizia e compagnia ogni paura vola via
Da soli non si può andare avanti, non si può essere testimoni della fede che si professa. L’amicizia e l’appartenenza alla comunità danno energie, fiducia, intraprendenza e fantasia per perseverare in ogni situazione.
5 – Ogni data situazione è ottima occasione
Di fronte a una situazione è possibile lamentarsi, è possibile rassegnarsi, è possibile arrabbiarsi. Ma il cristiano è convinto che in ogni situazione il dono dello Spirito Santo rende possibile dare testimonianza e vivere in coerenza.
6 – Guarda lontano, per non finire nel pantano
La vita cristiana non è una vita parcheggiata, non è una vita seduta su un divano. Il cristiano guarda avanti con fiducia: vive nell’attesa della manifestazione del Regno. Sa che tutto passa e sarà distrutto, ma non quelli che vivono e muoiono nel Signore.
7 – Ogni nemico può essere un fratello, ogni amico può essere un tranello
Le persone mostrano talora delle apparenze che nascondono una verità o una menzogna che non si può cogliere all’istante. Perciò anche nell’amicizia è necessario essere prudenti. Una persona ostile può cambiare atteggiamento; una persona amica può approfittare della fiducia e indurre al male.
8 – Gesù ha dato a tutti salvezza e perdono, non giudicare: la vita è un dono
Lo sguardo sull’ambiente in cui viviamo non deve essere ispirato dal risentimento. Il mondo non corrisponde alle nostre aspettative, ma noi siamo chiamati a non giudicare, ma a condividere i sentimenti di Gesù per tutti e a considerarci chiamati a collaborare a dare acqua fresca a chi ha sete, prossimità vera a chi è solo, speranza a tutti.
9 – Con il grazie comincia ogni mattino, con la gioia vivi ogni destino
L’amicizia con Gesù, la fraternità dentro la comunità, la stima di sé perché abbiamo ricevuto una vocazione santa sono motivi sufficienti per riassumere nella gratitudine ogni giornata e ogni condizione che ci è data da vivere.
Fonte: Gelsomino DEL GUERCIO | Aleteia.org