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Nigeria, da gennaio oltre mille cristiani uccisi dagli islamisti

Un nuovo rapporto sulla situazione dei cristiani perseguitati stilato da Hart spiega che «si rischia il genocidio». Il pericolo principale non è più Boko Haram, ma i pastori Fulani che vogliono «fare piazza pulita degli infedeli»

Oltre 1.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria da gennaio da parte di milizie islamiche. È quanto scrive nel rapporto “Your Land or Your Blood” (La vostra terra o il vostro sangue) la ong Hart (Humanitarian Aid Relief Trust), fondata dalla baronessa Caroline Anne Cox, membro della Camera dei Lord inglese. Il rapporto è stato presentato a Londra durante un evento sulla situazione dei cristiani perseguitati sponsorizzato dall’Organizzazione internazionale per la pace e la giustizia sociale (Psj).

FULANI PIÙ PERICOLOSI DI BOKO HARAM

A differenza di altri anni, la maggior parte dei cristiani non è stata uccisa dai terroristi islamici di Boko Haram, ma dalle milizie Fulani, come riportato anche da Acled, una delle migliori Ong al mondo a monitorare i conflitti nella zona. L’allarme sulla violenza dei Fulani era stato lanciato a settembre anche dal coordinatore delle Nazioni Unite in Nigeria, Edward Kallon, secondo il quale nei primi sette mesi dell’anno i pastori musulmani hanno ucciso oltre 1.400 persone.

Le sofferenze dei cristiani in Nigeria, il paese dove ogni anno viene uccisa la stragrande maggioranza dei cristiani al mondo, sono state di recente raccontate a Tempi da padre Joseph Fidelis, sacerdote di Maiduguri, che per la nostra rivista ha firmato un imperdibile Te Deum. Le violenze dei Fulani sono state documentate anche da intellettuali insospettabili come Bernard-Henry Lévy in un recente reportage pubblicato da Paris Match.

«FARE PIAZZA PULITA DEGLI INFEDELI»

Nel rapporto di Hart si legge che la maggior parte degli omicidi (circa 500) è avvenuta nello Stato di Kaduna, nel cuore del paese. Altri attacchi hanno insanguinato gli Stati di Bassa, Riyom e Taraba, mentre Boko Haram resta forte e presente nel nord-est del paese. Come dichiarato dalla baronessa Cox all’evento organizzato da Psj, i Fulani hanno distrutto nell’ultimo anno villaggi e chiese, prendendo di mira le comunità cristiane e compiendo attentati in modo dichiarato per «fare piazza pulita degli infedeli». Il grido di guerra scelto dai Fulani è spesso lo stesso dei terroristi di Boko Haram: «Allahu Akbar».

«LA COLPA NON È DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO»

La fondatrice di Hart ha spiegato che, nonostante ci siano sempre stati scontri tra pastori musulmani e agricoltori cristiani per il possesso delle terre lungo la middle belt nigeriana, «è troppo semplicistico addossare la colpa di queste atrocità alla desertificazione, al cambiamento climatico o alla competizione per le risorse. In Nigeria si rischia il genocidio e il governo nigeriano, così come quello inglese, deve affrontare le radici ideologiche del massacro».

Molti vescovi nigeriani hanno più volte dichiarato che l’obiettivo dei pastori musulmani è «islamizzare la Nigeria», un immenso paese di 200 milioni di abitanti, il 55 per cento circa dei quali è di fede cristiana. La baronessa Cox ha accusato il governo, il cui presidente, Muhammadu Buhari, è di etnia Fulani, di essere complice dei massacri con la sua inazione e incapacità di fermare e punire gli attentati. Ecco perché ha invitato il governo inglese, che ogni anno dona alla Nigeria circa 300 milioni di sterline in aiuti umanitari, «a non erogare più gli aiuti fino a quando il governo nigeriano non si impegnerà a proteggere i suoi stessi cittadini».

Fonte: Leone GROTTI | Tempi.it

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