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Perchè i preti non si sposano

Dopo il no di Benedetto XVI alla discussione aperta dal Sinodo, In Terris fa il punto sul celibato ecclesiastico

Il celibato sacerdotale non è un dogma teologico, è una tradizione motivata da una utilità pastorale e spirituale. Cioè si ritiene tradizionalmente che il celibato metta in condizione di donarsi in maniera integrale alla propria missione. Ma non significa che ciò non accada anche per il clero uxorato. Nelle Chiese ortodosse a non sposarsi sono i vescovi e i monaci. Nella Chiesa latina i presbiteri sono celibi, i diaconi permanenti no.

 

Estensione dei ministeri

È dal Concilio Vaticano II che si discute di “viri probati”, cioè dell’ ordinazione di uomini sposati di una certa età e di provata fede che possano celebrare Messa in quelle comunità che hanno scarsità di sacerdoti e dove è difficile che un prete possa recarsi regolarmente. Nel 1971 e poi ancora nel 2005 la proposta fu sottoposta ai vescovi e ottenne scarse adesioni. Ma la mancanza di preti non richiede necessariamente l’ ordinazione. Si può ovviare estendendo i ministeri.

 

Il fondamento canonico

Le Chiese ortodossa, anglicana e alcune Chiese cattoliche orientali ammettono la possibilità per i loro sacerdoti di sposarsi. La Chiesa cattolica di rito latino, sottolinea il teologo Giordano Muraro, continua a considerare il celibato un’opportunità e un dono. Lo esprime in una legge (canone 277 del Codice di Diritto canonico), ma lo spirito emerge nel documento del Vaticano II sul sacerdozio (Presbyterorum Ordinis, numero 16): “Con il celibato i presbiteri si consacrano a Dio con un nuovo ed eccellente titolo, aderiscono più facilmente a lui con un cuore non diviso, si dedicano più liberamente in lui e per lui al servizio di Dio e degli uomini, servono con maggiore efficacia il suo regno e la sua rigenerazione soprannaturale”.

 

Sacerdozio uxorato

Si sono fatte molte proposte, in questo tempo di scarsità di vocazioni, come la possibilità non di concedere ai sacerdoti di sposarsi, ma di dare il sacerdozio a persone sposate, che per esemplarità di vita, età o altre condizioni possono mettersi a disposizione della Chiesa, come per il diaconato. Ma la Chiesa di rito latino finora ha ritenuto di non accoglierle.

Fonte: Giacomo GALEAZZI | InTerris.it

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