Inail condannato a risarcire un malato: “C’è un nesso causale fra cellulare e tumore”
Roberto Romeo, ex dipendente di Telecom Italia, dopo 15 anni passati a lavorare con il telefonino ha scoperto di avere un neurinoma dell’acustico. La Corte d’appello di Torino ha collegato il tumore al cervello all’uso prolungato del telefonino: esiste un nesso di causa-effetto. I giudici hanno confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea dell’aprile 2017 che aveva condannato l’Inail a corrispondere a Romeo una rendita vitalizia da malattia professionale.
Dimostrazione scientifica
“Ci sono solidi elementi per affermare un ruolo causale tra l’esposizione dell’appellato alle radiofrequenze da telefono cellulare e la malattia insorta”, ha stabilito la Corte d’appello. Già Riccardo Staglianò nel suo libroToglietevelo dalla testa. Cellulari, tumori e tutto quello che le compagnie telefoniche ci tengono nascosto, attraverso una solida base di studi scientifici, aveva dimostrato un aumento di rischio di tumore legato all’uso del telefonino. E ne aveva tratto un utile decalogo pratico:
1)I bambini dovrebbero usare i cellulari solo per le emergenze.
2)La distanza è vostra amica: auricolare (con il filo), vivavoce o sms ogni volta che è possibile.
3)Poche barre, molte radiazioni. Non chiamate quando c’è poco segnale.
4)Quando siete in movimento (treno, auto), il cellulare fatica ed emette più radiazioni.
5)Quando il telefono prova a connettersi emette più radiazioni: tenetelo lontano dalla testa sin quando l’altro non risponde.
6)Evitate di tenerlo a contatto con il corpo. Niente tasche dei pantaloni né taschini della camicia.
7)Accorciate le chiamate. Se proprio non potete, alternate orecchio.
8)Ogniqualvolta potete passare alla linea fissa, fatelo.
9)Non addormentatevi con il cellulare acceso sul cuscino o troppo vicino. Tantomeno lasciatelo fare ai vostri figli.
10)I telefoni non emettono tutti lo stesso livello di radiazioni. Anche se è un indicatore imperfetto, sceliete il modello con minore tasso di assorbimento specifico (Sar).
Fonte: Giacomo GALEAZZI | InTerris.it