Irene ha 39 anni, Israel 40. Si presentano in modo simile: la prima cosa che dicono è che sono l’uno il coniuge dell’altro, e poi che hanno 9 figli sulla Terra e 5 che li aspettano in cielo.
Alle loro migliaia di followers su Instagram dicono di essere “normali”, ma la loro storia non è affatto comune.
Quando il matrimonio non è di due persone ma di tre, perché in mezzo c’è Gesù, allora è invincibile.
Irene e Israel hanno una figlia maggiore che sta per iniziare l’università, e per allora, “se Dio vuole”, la più piccola andrà all’asilo. Miriam ha 17 anni, Loreto 15, Fernando 14, Yago 11, Francisco 9, Mateo 7, Israel 6, Esteban 3 e Carmen 1. E i nomi non sono ancora finiti.
Irene è cresciuta in una famiglia con 5 fratelli e da bambina andava in parrocchia, anche se non avrebbe mai immaginato di avere una famiglia tanto numerosa. Da ragazza ha vissuto una “vida loca”, cercando di “divertirsi” dimenticandosi di tutto quello che le era stato insegnato.
Israel è il maggiore di 9 fratelli. Ha avuto un’infanzia felice in una famiglia cattolica e dai solidi principi, che a 18 anni ha deciso di smettere di seguire. Quando il padre gli ha detto la classica frase “Finché vivrai sotto questo tetto…”, ha deciso di cercarsene un altro. Si era già accordato con un amico per una nuova casa.
La vita di Israel e quella di Irene si sono però incrociate in un momento che ha cambiato completamente la loro vita. Nel 1997, i catechisti hanno invitato Irene ad andare a Parigi per la Giornata Mondiale della Gioventù convocata da Papa Giovanni Paolo II. Quanto a Israel, i genitori disperati gli hanno pagato lo stesso viaggio insieme ai fratelli, con la speranza che si rimettesse in carreggiata. Entrambi hanno pensato la stessa cosa: un viaggio a Parigi, pagato, con i miei amici… perché no?
Si sono trovati nello stesso posto lo stesso anno, e da quel momento il loro cammino di vita non si è più separato. Sia Irene che Israel hanno riprogettato la loro vita in quella GMG, il cui motto era “Maestro, dove abiti? Venite e vedrete” e ha toccato il loro cuore, unendoli per sempre.
Pochi mesi dopo, quando Israel ha chiesto a Dio di iniziare a guidarlo e i catechisti hanno detto a Irene che Dio si sarebbe occupato di lei, si sono conosciuti in una convivenza. Israel ricorda “perfettamente” quel venerdì sera, quando è entrato nella sala da pranzo ed è rimasto “folgorata” guardando il volto di lei.
Quattro anni dopo, quando Israel aveva 22 anni e Irene 21, si sono sposati a Madrid. Andava tutto bene: lei ha trovato un lavoro, lui ha ricevuto un aumento di stipendio, sono riusciti a comprare una casa e hanno avuto una figlia nel primo anno di matrimonio, quando erano “ancora quasi in luna di miele”.
Con la seconda figlia, però, hanno iniziato a “maturare e a vedere che la vita è un’altra cosa”.
Problemi e miracoli
Il terzo figlio è nato con problemi, e sono arrivati perfino ad andare in ospedale per congedarsi da lui, anche se alla fine si è miracolosamente salvato.
In un momento di aridità e “allontanamento” nel loro matrimonio, è arrivata la notizia più drammatica: Irene aveva un tumore alla placenta ed era incinta. I medici le hanno detto subito che la soluzione era l’aborto e che era in pericolo non solo la vita del bambino che aspettava, ma anche la sua.
Irene e Israel hanno rifiutato, ma lei aveva bisogno di cure. I medici hanno allora deciso che l’unica cosa da fare era indurre il parto, altrimenti Irene sarebbe morta. Dopo averne parlato, hanno deciso di realizzare la difficile operazione, anche dopo aver consultato il vescovo di Getafe.
Hanno detto loro che Nazaret sarebbe nata morta, ma non è stato così. Ha vissuto fuori dal grembo materno per qualche minuto, quanto bastava perché Israel potesse battezzarla e la piccola per salvare il matrimonio dei suoi genitori.
Il dramma di perdere una figlia e la successiva crisi e il recupero della salute da parte di Irene hanno fatto rinascere il matrimonio. Israel si è dedicato alla cura delle sue figlie, e lui e Irene si sono riavvicinati nonostante le difficoltà.
Oggi Irene è grata quando guarda il passato. Dopo la storia di Nazaret, i medici le avevano detto che non sarebbe riuscita ad avere altri figli, ma Irene ha visto non ha perso speranza e ha rafforzato la sua fede, rendendosi conto che la vita è un dono e che non dipende da noi, ma può venire solo da Colui che la dà, e che i figli sono un regalo.
Mentre era ancora in cura, durante un controllo medico Irene ha detto al dottore che si sentiva male, che aveva la nausea e le stava accadendo qualcosa. In ospedale si temeva il peggio, ma quando i sanitari hanno realizzato un’ecografia cercando un nuovo possibile tumore hanno trovato Yago, un bambino sano che oggi ha 11 anni.
Poi sono arrivati altri 5 figli, e altri 4 che sono andati in cielo prima di uscire dal grembo di Irene. Lei e Israel vivono tutto con naturalezza, e malgrado il dolore della perdita confidano nel fatto che un giorno li conosceranno in cielo.
“L’amore ha delle buche”, ha detto una volta un saggio a Irene, e così è stato anche nel suo matrimonio con Israel. Nonostante questo, guardano indietro e continuano a vedere il senso di tutto ciò che è accaduto loro, e che “quando questo amore è benedetto, può accadere qualsiasi cosa e non lo distruggerà. Quando il matrimonio non è di due persone ma di tre, perché in mezzo c’è Gesù, allora è invincibile. Per il nostro matrimonio sono passati lupi selvaggi, che hanno provato a distruggere tutto, ma mio marito ed io siamo ancora qui per grazia di Dio”.
Continuano a dire di essere “genitori normali”, anche se hanno vissuto una vera avventura insieme, in cui hanno litigato, si sono divertiti, hanno riso e sofferto insieme. Oggi raccontano la loro storia a migliaia di persone sui loro account Instagram, e ispirano molti con l’ideale di vero amore e di “grande” famiglia.