Intervistato su Tempi di marzo, l’ex ministro e padre della legge 62/2000 difende la più radicale delle riforme. E spiega perché ogni progressista dovrebbe darne piena attuazione
Oggi la parità scolastica compie 20 anni, vent’anni dal 10 marzo 2000 quando venne approvata la legge 62 che diede vita a un unico sistema scolastico nazionale. Affermando così che «la scuola è una, una sola. E chi la gestisce è del tutto secondario: statali e paritarie sono pubbliche, il sistema nazionale di educazione è uno solo e obiettivo prioritario dello Stato è espanderlo. Quello che non abbiamo capito – lo dico a noi di sinistra – è che la scuola per tutti, la scolarizzazione di tutti, è la battaglia più progressista, urgente e necessaria oggi in Italia».
INTERVISTA ALL’EX MINISTRO SU TEMPI
Luigi Berlinguer lo va ripetendo da vent’anni, «non è più il tempo di rivangare ciò che è stato materia di enorme scontro tra radicali di sinistra e conservatori di destra» e «guai a introdurre oggi distinzioni artificiose». Intervistato sul numero di Tempi di marzo, in arrivo nelle case degli abbonati, l’ex ministro della Pubblica Istruzione e padre della parità scolastica ricorda le ragioni che vent’anni fa lo portarono ad introdurre la più radicale delle riforme. E attacca uno Stato senza il cruccio della scuola aperta a tutti («aperta non significa “con le chiavi”») invitando statali e non a una alleanza per promuovere un aumento della scolarizzazione, «obiettivo fondamentale, di chiunque si consideri di sinistra, progressista, aperto di mente e capace di guardare al futuro». Capace di cioè di ripartire dai ragazzi, «non prendere posizioni a dir poco avventurose contro il diritto delle sue scuole e dei suoi studenti ad avere pari dignità e opportunità, diritto sancito dalla legge da almeno vent’anni».
PER NON ARRENDERSI ALLO “SCUOLABRODO”
La chiacchierata con il ministro Berlinguer si iscrive nel dibattito lanciato a febbraio da Tempi insieme a una ardita proposta per non lasciare morire nell’indifferenza le scuole paritarie e rilanciare la battaglia educativa: cambiare la Costituzione per realizzare finalmente e concretamente quella parità scolastica che in Italia, nei fatti, è sempre rimasta soltanto un principio.
In attesa che il numero di marzo 2020 arrivi nelle case degli abbonati (che a brevissimo potranno sfogliarlo insieme agli altri numeri in formato digitale nell’area riservata del sito), Tempi.it continua a pubblicare interventi e giudizi per non arrendersi allo “scuolabrodo”. A tutti i lettori che desiderano essere dei nostri non resta che andare alla pagina degli abbonamenti.
Oggi la parità scolastica compie 20 anni, vent’anni dal 10 marzo 2000 quando venne approvata la legge 62 che diede vita a un unico sistema scolastico nazionale. Affermando così che «la scuola è una, una sola. E chi la gestisce è del tutto secondario: statali e paritarie sono pubbliche, il sistema nazionale di educazione è uno solo e obiettivo prioritario dello Stato è espanderlo. Quello che non abbiamo capito – lo dico a noi di sinistra – è che la scuola per tutti, la scolarizzazione di tutti, è la battaglia più progressista, urgente e necessaria oggi in Italia».
INTERVISTA ALL’EX MINISTRO SU TEMPI
Luigi Berlinguer lo va ripetendo da vent’anni, «non è più il tempo di rivangare ciò che è stato materia di enorme scontro tra radicali di sinistra e conservatori di destra» e «guai a introdurre oggi distinzioni artificiose». Intervistato sul numero di Tempi di marzo, in arrivo nelle case degli abbonati, l’ex ministro della Pubblica Istruzione e padre della parità scolastica ricorda le ragioni che vent’anni fa lo portarono ad introdurre la più radicale delle riforme. E attacca uno Stato senza il cruccio della scuola aperta a tutti («aperta non significa “con le chiavi”») invitando statali e non a una alleanza per promuovere un aumento della scolarizzazione, «obiettivo fondamentale, di chiunque si consideri di sinistra, progressista, aperto di mente e capace di guardare al futuro». Capace di cioè di ripartire dai ragazzi, «non prendere posizioni a dir poco avventurose contro il diritto delle sue scuole e dei suoi studenti ad avere pari dignità e opportunità, diritto sancito dalla legge da almeno vent’anni».
PER NON ARRENDERSI ALLO “SCUOLABRODO”
La chiacchierata con il ministro Berlinguer si iscrive nel dibattito lanciato a febbraio da Tempi insieme a una ardita proposta per non lasciare morire nell’indifferenza le scuole paritarie e rilanciare la battaglia educativa: cambiare la Costituzione per realizzare finalmente e concretamente quella parità scolastica che in Italia, nei fatti, è sempre rimasta soltanto un principio.
In attesa che il numero di marzo 2020 arrivi nelle case degli abbonati (che a brevissimo potranno sfogliarlo insieme agli altri numeri in formato digitale nell’area riservata del sito), Tempi.it continua a pubblicare interventi e giudizi per non arrendersi allo “scuolabrodo”. A tutti i lettori che desiderano essere dei nostri non resta che andare alla pagina degli abbonamenti.
Fonte: Tempi.it