In tempi di scuole chiuse, la didattica a distanza coinvolge anche il cinema. Un’alleanza ormai consolidata, questa tra film e percorsi didattici, sulla quale è più che mai importante continuare a investire in un periodo così delicato e complesso. Spiega uno degli esperti dell’Università Cattolica di Milano, il critico Raffaele Chiarulli:«Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus sono sempre più numerosi gli insegnanti in cerca di consigli e suggerimenti. Manca la possibilità del confronto diretto, nelle aule, è vero, ma in rete c’è davvero l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i titoli attualmente offerti in visione gratuita».
Un primo elenco di film da vedere o rivedere insieme è stato stilato dall’associazione Sentieri del Cinema. «In questi anni ci siamo accorti di persona che tanti luoghi comuni sui “ragazzi di oggi” sono insopportabili – scrive tra l’altro il direttore Antonio Autieri –. Certo, le proposte sono da calibrare sull’età e sul tipo di scuola […]. Ma verificare che anche film sulla carta datati e troppo difficili vengono accolti con favore è entusiasmante».
Un caso significativo è quello di Arrivederci ragazzi, diretto da Louis Malle nel 1987: un classico sulla persecuzione degli ebrei nella Francia occupata, considerato pregiudizialmente troppo lento per gli spettatori più giovani e invece molto apprezzato ogni volta che si prende l’iniziativa di proporlo. La maggior disponibilità di tempo che caratterizza queste settimane potrebbe dunque trasformarsi in un’opportunità per approfondimenti e dibattiti di distanza.
Provvisorio e in continuo aggiornamento, l’elenco di “Sentieri del Cinema” è suddiviso per fasce d’eta: si comincia con i capolavori Pixar raccomandati agli allievi delle elementari per arrivare a film più impegnativi suggeriti agli studenti delle superiori (Gran Torino di Clint Eastwood e Katyn di Andrzej Wajda, tra gli altri), senza trascurare gli intramontabili come Il buio oltre la siepe, interpretato da Gregory Peck nel 1962 sulla scorta del celebre romanzo di Harper Lee.
Fonte: Avvenire.it