Il difficile momento delle scuole paritarie cattoliche
— 28 Aprile 2020
— pubblicato da Redazione. —
Tra le attività che l’epidemia di Covid–19 sta mettendo a serio rischio, in Italia così come in provincia della Spezia, ci sono le scuole paritarie cattoliche. Queste scuole, in Italia, ospitano quasi un milione di alunni e di alunne, dando lavoro a circa duecentomila persone tra docenti, assistenti, personale d’ufficio e tecnico, senza contare l’indotto. Di fatto, gli istituti scolastici cattolici consentono ogni anno allo Stato un risparmio di diversi miliardi. La chiusura forzata degli ultimi mesi ha però innescato una crisi molto grave, per il ridotto versamento delle rette. Se è vero infatti che buona parte del personale ha potuto essere collocato in cassa integrazione, è altrettanto vero che i costi fissi non possono essere eliminati. Il rischio molto grave è che con il nuovo anno scolastico molte scuole non siano in grado di riaprire i battenti.
Per questo, in Liguria, si è ora dato il via alla campagna di comunicazione via social “#perunanuovascuola”, accompagnata da un video di Mario Salisci, sociologo all’Università di Genova e vice presidente della Fidae, la Federazione degli istituti cattolici. Proprio la Fidae e la Federazione italiana scuole materne avevano esaminato la situazione nei giorni scorsi in videoconferenza. Sono le scuole dell’infanzia, o materne, quelle più a rischio, non potendosi svolgere in quel comparto le lezioni a distanza. D’altra parte, come osserva Salisci, i contributi pubblici coprono solo in minima parte i costi delle paritarie, integrati quindi dalle rette delle famiglie: “Queste scuole sono spesso delle eccellenze nel sistema di istruzione e perderle avrebbe conseguenze sociali ed economiche gravissime”. L’invito, rilanciato tramite un servizio di Tele Liguria Sud, è che quanti hanno a cuore il settore, studenti, famiglie, docenti od esperti, realizzino brevi video, sino a tre minuti, raccontando la loro idea di scuola e proponendo soluzioni per il rilancio. I messaggi vanno inviati alla pagina facebook “Per una nuova scuola”.
Fonte: Avvenire/LaSpezia
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