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Cina. Non basta un video simpatico con i Lego per spazzare via i dubbi

«C’era una volta un virus». Si intitola così un efficace video di propaganda cinese diffuso il 29 aprile sul canale Youtube dell’agenzia ufficiale Xinhua. Il filmato, che prende in giro gli Stati Uniti per come hanno reagito all’epidemia di coronavirus e per le accuse che ora rivolgono a Pechino, è stato già visto oltre un milione di volte. Realizzato con i Lego, o con la variante contraffatta cinese Lepin, si svolge sotto forma di dialogo tra un guerriero cinese e la Statua della libertà.

«Abbiamo scoperto un nuovo virus», dichiara il guerriero a gennaio. «E allora? È solo un’influenza», risponde la Statua della libertà. Le risposte americane fanno il verso a Donald Trump e puntano a sottolineare come qualunque accusa americana nei confronti della Cina sia futile dal momento che Washington ha sottovalutato il virus. «Milioni di cinesi sono morti, anche se il virus non è pericoloso. Ci avete mentito, abbiamo sempre ragione anche quando ci contraddiciamo», dice la Statua della libertà attaccata a una flebo e con la mascherina. Il video finisce sulla frase finale del guerriero: «Ecco ciò che amo di più di voi americani: la vostra coerenza».

Il filmato è senza dubbio efficace e coglie nel segno quando ironizza su qualche giravolta compiuta dal presidente Trump, ma non basta un bel video per dissipare tutti i dubbi sulle responsabilità cinesi. Il governo di Xi Jinping è infatti responsabile di aver nascosto la verità alla sua stessa popolazione per almeno un mese (il primo caso è stato scoperto l’1 dicembre) per non generare allarmi e non danneggiare la propria reputazione. Chi ha provato ad avvertire le istituzioni della pericolosità del virus è stato silenziato e redarguito, come i medici Li Wenliang e Ai Fen. Il laboratorio che ha diffuso la sequenza genetica del virus al mondo, aiutandolo così a prepararsi su come rispondere, è stato punito e chiuso.

Pur essendo ormai a conoscenza del virus, ancora a gennaio il Partito comunista dell’Hubei si vantava di aver organizzato il più grande banchetto al mondo a Wuhan, nascondendosi dietro a questa illusione, poi smentita dagli scienziati: «Il virus non si trasmette da persona a persona». C’è chi ipotizza che Pechino abbia tardato a rivelare al mondo la pericolosità del virus per fare incetta di materiale medico (Associated Press), per non parlare del materiale difettoso consegnato in seguito al mondo.

Ma il vero motivo per cui la Cina ha realizzato questo video di propaganda è perché si trova in difficoltà. La pandemia ha causato danni economici incalcolabili al mondo e molti paesi, capeggiati dagli Stati Uniti, vogliono far pressione a Pechino chiedendo un risarcimento. Alla base della richiesta ci sarebbero i dubbi, confermati ieri dal segretario di Stato americano Mike Pompeo, sulla possibile fuoriuscita del virus per errore da un laboratorio di Wuhan. Pompeo sostiene di «avere molte prove», anche se non le ha comunicate ai media. Molte cose non tornano sul lavoro dei due laboratori a Wuhan che stavano studiando i pipistrelli e i virus simili alla Sars che possono trasmettere. Una montagna di dubbi che un video, se pur simpatico, non basta a dissipare.

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