L’amministrazione di Borgosesia ha proposto un piano educativo per dare aiuto ai genitori che lavorano. La ministra Azzolina: questa riapertura in contrasto con il decreto
Il servizio di assistenza per bambini da 3 a 10 anni, ideato dal comune di Borgosesia e da quello di Quarona, è dedicato ai genitori che lavorano e non hanno altre soluzioni per accudire i figli.
Controlli della temperatura all’ingresso, banchi distanziatati e zainetto in spalla, i bambini sono stati affidati a educatori professionali sottoposti a test sierologico, in ambienti sanificati e con accorgimenti che hanno avuto il via libera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.
Una soluzione, quella ideata dal sindaco borgosesiano Paolo Tiramani, avviata in pieno scontro con la ministra dell’Istruzione Azzolina e con forti critiche dei sindacati. Tre le classi da 4-5 bimbi ciascuna per le elementari, due per i bimbi della materna, sistemati negli spazi di proprietà del Comune. “Da Borgosesia e Quarona parte un modello per tutta Italia – sottolinea Tiramani – che vuole aiutare le famiglie che sono tornate al lavoro, ma che non possono assistere ai propri bambini. Dove il Governo non è arrivato, arrivano la pubblica amministrazione e gli enti locali”.
Tra i primi a presentarsi questa mattina nella palestra del comune di Borgosesia (Vercelli), per il via del progetto di assistenza per bambini, c’è Leonardo, 6 anni. “Sentivo la mancanza dei compagni di classe – dice – e ritrovare gli altri bambini è stato bello. I prossimi giorni? Non so ancora cosa farò…”.
Il servizio, partito nonostante lo stop all’utilizzo della scuola, e le polemiche, è considerato “molto utile” da Raffaella La Placa, educatrice di Serravalle Sesia (Vercelli) che questa mattina si è occupata di un gruppo di bambini delle elementari. “Per i bimbi trascorrere due mesi a casa da scuola è stato difficile – sostiene – Dopo due mesi che non stai a contatto con i piccoli, rivederli è un’emozione. Anche per loro è stata dura tutto questo tempo senza il contatto con i compagni”.
Cinque i banchi distanziati l’uno dall’altro all’interno della palestra comunale, stabile individuato, assieme alla ludoteca, dall’amministrazione comunale come alternativa alle scuole cittadine. “Stamattina abbiamo iniziato a fare conoscenza – aggiunge Pamela Bianchi, operatrice impegnata con un altro gruppo di bambini delle elementari, tra cui due fratelli -; proseguiremo con alcuni compiti, disegni e lavoretti, prima di poter andare a fare una passeggiata nel parco”.
Il Ministero dell’Istruzione ha sottolineato, in una nota, che il progetto di riapertura delle scuole nel comune di Borgosesia “era in aperto contrasto con il quadro normativo e le disposizioni vigenti per il contenimento della diffusione del Covid-19. Pertanto, l’Ufficio scolastico territoriale di Vercelli ha scritto nella giornata di ieri ai dirigenti scolastici delle scuole interessate, ricordando le norme attualmente in vigore”.
Sempre sulla riapertura delle scuole è arrivato un appello del governatore del Veneto, Luca Zaia: “Faccio appello al ministro della Pubblica Istruzione. Se è vero che c’è una regione che ha aperto le scuole con orari scaglionati, è altrettanto vero, allora, che lo possono fare tutti“.
Il riferimento del presidente del Veneto è diretta all’ipotesi allo studio in Valle d’Aosta di riaprire le scuole, al momento attraverso un questionario informativo rivolto solo alle famiglie con figli. “Sarebbe un grande aiuto, perché da lunedì il tema delle famiglie sarà ancora più pesante. Se ci dicono che possiamo incentivare scuole paritarie, grest, privati che ospitano bimbi o altro noi saremmo già pronti”.
Già a fine aprile la Regione autonoma Valle d’Aosta aveva fatto trapelare la possibilità di riaprire le scuola entro la primavera. E’ quanto aveva spiegato l’assessora all’istruzione Chantal Certan: “Noi ci stiamo preparando a tutti gli scenari, la nostra scuola potrebbe permettere una riapertura dopo il 17 maggio, magari con classi dimezzate e orari ridotti, però è possibile”.
Secondo l’assessora “il premier Conte aveva detto ‘presumibilmente a settembre’, ma il Dpcm che ha firmato parla di una chiusura fino al 17 maggio, poi lascia ancora aperta una possibilità e noi vorremmo farci trovare pronti”.
“Abbiamo iniziato la programmazione sia nell’ipotesi di apertura a settembre – aggiunge Certan – ma anche di un eventuale progetto pilota per rientrare adesso: le nostre scuole di montagna e il nostro territorio ce lo permetterebbero, ovviamente dopo un’attenta valutazione dei dati sanitari“.