Mercoledì 17 giugno, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero imposto 39 nuove sanzioni a figure ed entità siriane ai sensi del “Caesar Act” [1]. Sanzioni che sono state molto discusse il giorno prima, nell’ambito della riunione del Consiglio di Sicurezza in videoconferenza e sotto la presidenza francese, come ci è stato riferito dall’organo stampa in francese [2]. Per correttezza e precisione, qui traduciamo la dichiarazione completa dell’inviato speciale della Siria alle Nazioni Unite, dottor Bachar al-Jaafari. [NdT].
Grazie mille, signor Presidente, e ringrazio anche il mio caro amico l’inviato speciale, il signor Geir Pederson, per la sua presenza e partecipazione.
Signor Presidente,
Quando gli Stati Uniti rubano apertamente 200.000 barili di petrolio al giorno dai giacimenti petroliferi siriani e, inoltre, rubano 400.000 tonnellate di cotone, 5.000.000 di capi di bestiame,
danno fuoco a migliaia di ettari campi di grano, si vantano di dividere la Siria e indebolire deliberatamente il valore della sua valuta nazionale; quando gli Stati Uniti impongono misure economiche coercitive per soffocare il popolo siriano, occupare parti del mio Paese e proteggere il loro partner turco occupando altre grandi parti della terra siriana; e quando, tuttavia, la mia collega che rappresenta gli Stati Uniti parla della preoccupazione della sua amministrazione per il deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini siriani attribuendola a quello che lei chiama “regime”; la domanda legittima diventa: non è una fase di malattia acuta e non siamo di fronte a sintomi di schizofrenia politica?
Il 31 maggio 2020, il mio Paese ha presentato una denuncia ufficiale al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Consiglio di sicurezza contro i governi di alcuni Stati membri, in particolare gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Turchia.
In effetti, negli ultimi nove anni, i governi di questi paesi hanno sostenuto, finanziato e armato gruppi e organizzazioni di terroristi multinazionali di molteplici alleanze e caschi diversi, nonché milizie separatiste ai loro ordini. Inoltre, hanno deliberatamente effettuato aggressioni militari unilaterali e tripartite sul mio paese: occupando alcune parti del suo territorio; commettendo omicidi e distruzioni; spostando forzatamente porzioni della popolazione e cambiando la demografia; saccheggiando le ricchezze naturali e storiche tra cui petrolio, gas, colture agricole e oggetti d’antiquariato; bruciando e distruggendo tutto ciò che non possono rubare; imponendo misure coercitive sempre più unilaterali al popolo siriano.
Queste pratiche e queste gravi violazioni dei principi del diritto internazionale e delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite evidenziano una contraddizione nella visione dell’azione multilaterale internazionale, nonché un ritorno alle prospettive della “Società delle Nazioni”; che, come tutti sappiamo, ha legittimato gli attacchi e le occupazioni, condannandosi al fallimento. Inoltre, queste pratiche sono palesi tentativi di interferenza distruttiva del processo politico “facilitato” dalle Nazioni Unite attraverso il suo inviato speciale, con l’obiettivo di deviare l’approccio basato sul dialogo tra siriani, sotto la guida rigorosamente siriana, verso un’alternativa che dovrebbe imporre la volontà e i diktat dei tre stati occidentali [USA, Regno Unito, Francia] al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a scapito della sovranità della Siria, delle sue risorse, del benessere e della sicurezza del suo popolo.
Signor Presidente,
a seguito delle dichiarazioni che abbiamo appena ascoltato, mi ritrovo obbligato a chiarire alcuni concetti.
Le politiche di blocco e l’imposizione di misure coercitive unilaterali sono state e sono ancora parte integrante delle politiche cieche e pregiudizievoli adottate dall’Occidente e sono l’altra faccia del terrorismo! Il terrorismo che ha sconvolto la vita dei siriani, distrutto le loro realizzazioni, danneggiato la loro valuta nazionale e il loro sostentamento, ostacolato la capacità delle loro istituzioni statali di soddisfare i loro bisogni fondamentali; tutto senza preoccupazioni umanitarie occidentali. L’esempio più recente [di questa indifferenza] è l’incendio dei carichi di aiuti umanitari da parte di alcuni partiti libanesi, mentre per anni questi carichi forniti dal “Programma alimentare mondiale” sono stati regolarmente inviati ai siriani bisognosi attraversando il territorio libanese .
L’amministrazione degli Stati Uniti e l’Unione europea hanno silurato tutte le richieste internazionali di revoca delle misure coercitive unilaterali imposte al popolo siriano, compresa la missione del Segretario generale e del suo inviato speciale in Siria. Il rinnovo e l’intensificazione degli effetti di queste misure unilaterali coercitive con l’entrata in vigore del cosiddetto “Caesar Act”, decretato dagli Stati Uniti, riflettono il disprezzo dell’amministrazione americana e dell’Unione europea per tutto ciò che l’umanità ha accumulato nel campo delle leggi internazionali, e il tentativo di imporre la legge americana ed europea al Mondo.
Il recente intervento di James Jeffrey è un riconoscimento esplicito da parte dell’amministrazione americana della
sua diretta responsabilità per la sofferenza dei siriani. Una dichiarazione così irresponsabile sottolinea, ancora una volta, che questa amministrazione vede la regione con gli occhi di Israele, dal momento che queste sono vecchie richieste israeliane che Jeffrey ha solo rinnovato, al fine di plasmare la regione in modo che corrisponda alla sua (di Israele) agenda egemonica.
Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, a cui i governi dei tre paesi occidentali e membri permanenti del Consiglio di sicurezza dovrebbero essere particolarmente interessati, è incompatibile con il fatto che con altri governi occidentali o strumentalizzati dall’Occidente, essi chiudono volutamente gli occhi sulle pratiche del loro alleato all’interno della NATO: la Turchia, i cui crimini accettano e difendono in Siria, Libia e altrove.
Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali è anche incompatibile con il fatto che gli Stati Uniti e la Turchia occupano alcune parti del mio Paese, dove sponsorizzano spudoratamente il terrorismo e le milizie separatiste, e dove rappresentanti dei loro governi tengono incontri con organizzazioni terroristiche sul suolo siriano, come è stato recentemente dimostrato a seguito dell’infiltrazione dei ministri degli interni e della difesa turchi nel governatorato di Idleb. Approfittando del periodo di calma che ha prevalso dopo l’ “Accordo di Mosca”, hanno rafforzato la presenza delle forze di occupazione turche e dei gruppi terroristici che sono a loro sottomessi, mentre il regime turco sta cercando di sostituire la lira turca alla lira siriana nelle zone che occupa illegalmente per
imporre la turchizzazione.
Qui, le forze di Erdogan sono quindi identiche alle forze di Israele che occupano il Golan siriano e le due occupazioni, turca e israeliana, sono complementari e lavorano in armonia con l’operatore americano.
Infine, mantenere la pace e la sicurezza internazionali non è neppure compatibile con la determinazione di questi tre stati occidentali, membri permanenti del Consiglio di sicurezza, di non eliminare l’organizzazione terroristica Daesh i cui resti vengono da essi mobilitati in Iraq e Siria ogni volta che il loro interesse lo richiede.
Signor Presidente,
Nella mia dichiarazione del 19 maggio 2020, ho fatto riferimento alle confessioni dei terroristi dell’ISIS catturati dall’Esercito arabo siriano, in cui hanno sottolineato che erano stati addestrati dalle forze di occupazione americana di stanza nella regione siriana di Al-Tanf. Di recente, un terrorista di questa stessa organizzazione di Daesh, Mohammad Houssayn Saoud, ha confessato che è stata l’intelligence britannica a costringerlo, con altri terroristi suoi sodali, a collaborare raccogliendo informazioni sulle istituzioni e sui siti militari Siriani e russi in Siria.
Signor Presidente,
Nella sua denuncia ufficiale, il mio Paese invita il Segretario generale e il Consiglio di sicurezza a imporre la fine delle ingerenze ostili di Stati stranieri negli affari interni del mio Paese e a sollecitare tutti gli Stati membri ad astenersi da qualsiasi pratica volta a minare l’indipendenza e la continuazione del processo politico, o minare gli interessi e le scelte del popolo siriano, la sicurezza e la stabilità della Siria e le sue relazioni regionali e internazionali.
Inoltre, la Siria ha chiesto al Segretario Generale di incaricare l’ente legale competente del suo segretariato di preparare un rapporto urgente su queste leggi americane ed europee che impongono un embargo economico al popolo siriano, vagliandone la sua conformità con la Carta e il Risoluzioni del Consiglio di sicurezza relative alla Siria. Il rapporto dovrebbe anche evidenziare l’impatto catastrofico di queste misure sulla vita del popolo siriano.
Il mio Paese, onorevoli colleghi, attende con interesse la risposta del Segretario generale e chiede di essere informato quanto prima sulle procedure che possono essere adottate nel quadro del suo mandato e della sua posizione di facilitatore del processo politico nella Repubblica araba siriana.
Infine, signor Presidente, noi siamo sempre stati vittime dei regolamenti di conto tra gli Stati occidentali, il che significa che siamo buoni lettori della Storia. Il problema con i nostri nemici e rivali è che la leggiamo in modo diverso. A questo proposito, va ricordato ciò che un saggio politico sociologo disse una volta: “Solo gli imbecilli sfidano la Storia”.
In conclusione, vorrei dire ai miei colleghi che rappresentano i Paesi occidentali in questo Consiglio: smettete le vostre pressioni sul mio Paese, la Siria! Lasciate respirare il popolo siriano!
Grazie, signor Presidente.
Dr. Bachar al-Jaafari
Inviato speciale della Siria alle Nazioni Unite