Il lockdown e il rapporto prolungato con gli schermi elettronici causano nei giovani problemi psicofisici seri. Un rimedio c’è
Allarme per la salute psicofisica degli adolescenti messa a rischio dalle restrizioni e dalla chiusura delle scuole dovute all’epidemia di Covid-19: è quanto ha affermato, con grande preoccupazione, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros A. Ghebreyesus durante la sua conferenza stampa del 12 giugno 2020 a Ginevra. Ghebreyesus ha addirittura affermato che gli effetti indiretti del Covid-19 sulla salute dei bambini e degli adolescenti potrebbero essere più gravi del numero di morti provocati dal virus stesso. I primi risultati delle ricerche indicano infatti che i nostri figli, privati della necessaria attività fisica e della relazione concreta con la realtà e gli altri, dimensioni sostituite dalla vita on line e dall’abuso degli strumenti elettronici, sarebbero gravemente a rischio di ansia, depressione, cyberbullismo e molestie su internet. Altrettanto a rischio la loro salute fisica a causa delle ridotte opportunità di fare sport e di un incremento nel consumo di alcol e droghe con importanti possibili ripercussioni sulla salute a lungo termine. Tutti rischi enfatizzati poi dall’impossibilità di potersi relazionare con figure di riferimento concretamente vicine cui chiedere aiuto (come gli insegnanti o gli psicologi della scuola) o di poter godere della continuità di servizi di supporto o programmi scolastici e sanitari di prevenzione.
Tra i maggiori imputati del malessere di bambini e adolescenti troviamo comunque l’abuso di strumenti elettronici e la smoderata frequentazione di internet. Del resto sono ormai numerosi gli studi di psichiatri, come ad esempio Victoria Dunckley, che attraverso sofisticate indagini neuroscientifiche hanno osservato nei ragazzi disagi come la sindrome da schermo elettronico (Electronic Screen Syndrome), costituita da uno spettro di disturbi di diversa gravità: dai semplici casi di calo di memoria, demotivazione, disorganizzazione, irritabilità, aggressività e disturbi del sonno, fino a problemi più seri come l’autismo, la psicosi, la depressione bipolare e l’Adhd (Deficit di attenzione e iperattività) per i quali vengono prescritti addirittura psicofarmaci.
Non sappiamo ancora se da settembre le scuole riapriranno o i nostri figli si ritroveranno nelle stesse restrizioni vissute da febbraio alla fine della scuola. Abbiamo però intanto a disposizione una super-terapia per curare i mali causati dal precedente lockdown, offertaci dalla bella stagione e dalle vacanze estive: la natura. Come ho raccontato nel mio libro Portami nella natura! Come salvare i nostri figli dall’intossicazione tecnologica, gli stessi psichiatri prescrivono ai ragazzi prima di tutto un “digiuno dalle tecnologie” di almeno 4 settimane in cui il loro cervello in evoluzione possa ristabilire il giusto equilibrio in quel delicato assetto dei neurotrasmettitori che ci consente di vivere più serenamente.
In secondo luogo consigliano ai genitori di far passare ai figli molto tempo nella natura, nel verde e all’aria aperta, lontano dagli schermi. Anche la stessa Oms da tempo raccomanda che bambini e adolescenti, tra i 5 e i 17 anni, svolgano almeno 60 minuti al giorno di attività fisica all’aperto nella natura. Organizziamoci quindi – approfittando di sole, vento, laghi, mare, montagne e boschi – per offrire ai nostri figli queste opportunità, dopo tanti mesi di prigione nella rete delle mura di casa, dei videogiochi e di internet.
Fonte: Antonello Vanni | IlSussidiario.net