Le Linee Guida per il ministero dell’esorcismo, scrive il cardinale vicario di Roma De Donatis, «aiuteranno i sacerdoti esorcisti, membri dell’Aie, a evitare, nell’esercizio del loro ministero, prass
i o metodi non corrispondenti alle norme con le quali la Chiesa regola questo servizio»
Quali sono le preghiere di liberazione, la differenza tra possessione e vessazione, come si distinguono gli eventi naturali da quelli preternaturali: sono alcune delle questioni affrontate nel volume Linee guida per il ministero dell’esorcismo (pp. 306, € 23, Edizioni Messaggero di Padova), una sorta di vademecum messo a disposizione a dicembre degli esorcisti iscritti all’Associazione internazionale esorcisti e ora disponibile per tutti. L’obiettivo è quello di evitare il “fai da te” seguendo «prassi o metodi non corrispondenti alle norme con le quali la Chiesa regola il ministero dell’esorcistato. L’esorcista, si spiega nell’introduzione, non può procedere a proprio arbitrio, dal momento che opera nel quadro di una missione ufficiale che lo rende in qualche modo rappresentante di Cristo e della Chiesa».
Il libro vuole essere una risposta anche a quanti descrivono l’esorcismo come «una realtà scabrosa, violenta, oscura quasi quanto la pratica della magia, alla quale lo si vuole contrapporre, ma, in ultima istanza, finendo per metterlo sullo stesso piano delle pratiche occulte. In realtà, noi esorcisti cattolici – sottolineano i rappresentanti dell’Aie nel libro – sappiamo bene che le cose stanno assai diversamente. L’esorcismo non è frutto di un sapere esoterico; al contrario, corrisponde pienamente al dettato dell’autentica tradizione» e a praticare esorcismi fu innanzitutto lo stesso Gesù.
A sottolineare la delicatezza del ruolo di questi sacerdoti, che vengono scelti dai vescovi di ciascuna diocesi, è nella prefazione del manuale il cardinale vicario di Roma, Angelo De Donatis, che sottolinea come l’esorcista non sia «un distributore di benedizioni». Le Linee Guida «aiuteranno i sacerdoti esorcisti, membri dell’Aie, a evitare, nell’esercizio del loro munus, prassi o metodi non corrispondenti alle norme con le quali la Chiesa regola il ministero dell’esorcistato. L’esorcista, infatti, non può procedere a proprio arbitrio – ribadisce il cardinale -, dal momento che opera nel quadro di una missione ufficiale che lo rende in qualche modo rappresentante di Cristo e della Chiesa».
«L’esorcista rappresenta Cristo e la Chiesa»
Al contrario, sottolinea De Donatis, «il contesto di secolarizzazione e di neo paganesimo, l’annacquamento o la perdita della fede, il relativismo e la generale confusione lo deve spingere a curare maggiormente la vita spirituale dei suoi pazienti per farsi veramente prossimo di chi assiste. L’esorcista, infatti, non può procedere a proprio arbitrio, dal momento che opera nel quadro di una missione ufficiale che lo rende in qualche modo rappresentante di Cristo e della Chiesa». E aggiunge: «Nello svolgimento del suo ministero egli deve perciò conoscere, intendere e attenersi alle norme stabilite dall’Autorità ecclesiastica, che comprendono certamente ciò che riguarda la corretta celebrazione del sacramentale dell’esorcismo, ma insieme regolano assai più che la sola azione liturgica, come molto opportunamente le Linee Guida continuamente evidenziano e richiamano».
Per gli esorcisti, quando l’esorcismo «viene messo in atto in situazioni di reale possessione diabolica e secondo le norme stabilite dalla Chiesa – ispirate alla fede genuina e alla necessaria prudenza – manifesta il suo carattere salvifico, positivo, connotato da una viva esperienza di purezza, di luce e di pace».
Fonte: FamigliaCristiana.it