Dal 25 al 27 settembre a Firenze la seconda edizione del Festival. Atteso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E il pubblico sceglierà le startup «modello»
Fiducia. Creazione di valore condiviso. Reciprocità. Felicità. Qualità del lavoro. Gentilezza. Diversità e inclusione. Se volete sentire queste parole – anzi, questi valori – associate a quella che a torto viene definita la «scienza triste», cioè l’economia, il posto giusto è il Festival nazionale dell’Economia civile, in programma dal 25 al 27 settembre (e in diretta streaming) a Palazzo Vecchio a Firenze. Perché l’economia e il business, per dirla con un termine che ad alcuni suona come una parolaccia, fanno tutta un’altra impressione se raccontano storie di imprenditori che un tempo si sarebbero definiti illuminati e di imprese che, oltre a tendere a un equo profitto, abbiano come scopo anche il bene comune in tutte le forme in cui lo possiamo immaginare.
Il Festival è nato l’anno scorso da un’idea di Federcasse, è promosso assieme a Confcooperative ed è organizzato da NeXt-Nuova Economia per Tutti e Sec, Scuola di Economia Civile, che – come altri attori della società contemporanea (si pensi a papa Francesco) – ritengono che l’attuale modello di sviluppo sia da ripensare e da cambiare. Se l’economia del passato e gran parte di quella di oggi crea disuguaglianze e impoverisce il Pianeta, ne serve una nuova. Per l’apertura di questa seconda edizione è atteso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’evento prevede poi la presenza del premier Giuseppe Conte e in video collegamento del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Il filo conduttore dell’ edizione, che si sarebbe dovuta svolgere a marzo ma è stata rinviata pe ril Covid, è quello della rigenerazione: «Persone, luoghi, comunità. L’economia che rigenera». Il coronavirus, oltre a cambiare la data, ha modificato anche i contenuti. «Abbiamo inserito temi legati alla salute – spiega Luca Raffaele, direttore NeXt – Nuova Economia per Tutti – e aggiunto una sessione dedicata ai luoghi e alle comunità che si sono reinventati e una parte su crisi climatica e crisi pandemica e sanitaria. Anche le buone pratiche che presentiamo sono cambiate. Il lato positivo della pandemia è che ha fatto riscoprire valori, tanti si sono scoperti migliori di quanto si aspettavano, perché hanno reagito in un modo eccezionale e da loro inatteso».
Il Festival, come l’anno scorso, presenta e premia buone pratiche. Sono già stati selezionati fra i progetti arrivati (alcuni li raccontiamo in queste pagine) sette startup, sette imprese, cinque Comuni e tre scuole: in totale 22 buone pratiche, su 150 candidature. «La novità – aggiunge Luca Raffaele – sono i tavoli di lavoro, in cui saranno discusse ed elaborate proposte per costruire soluzioni efficaci e inclusive. Le proposte condivise saranno presentate nella giornata conclusiva». Potranno esprimere la loro opinione sia le 200 persone ospiti in presenza sia «il pubblico da casa», che avrà la possibilità di esprimersi attraverso un format e di votare la startup, l’impresa e il Comune più meritevoli. Anche quest’anno sarà assegnato il Premio imprenditori per l’Economia civile dedicato alle imprese. Le dieci aziende selezionate saranno le Ambasciatrici dell’Economia civile 2020.
Fonte: Fausta CHIESA | Corriere.it