Home / ITALIA / TOP NEWS / In Italia la fame non riguarda solo i “marginali”. Sos del Banco Alimentare
In Italia la fame non riguarda solo i “marginali”. Sos del Banco Alimentare
— 30 Settembre 2020— pubblicato da Redazione. —
ntervista di Interris.it a Giovanni Bruno, presidente del Banco Alimentare sull’emergenza sociale provocata dal Covid. Emergenza fame
Sos fame. “Non rinunceremo a svolgere la tradizionale Giornata Nazionale della Colletta Alimentareche si svolgerà il 28 novembre. Seppure saremo costretti dalle circostanze a rivederne le modalità di svolgimento per tutelare la salute di tutti”, afferma a Interris.it il presidente del Banco Alimentare, Giovanni Bruno.
Contro la fame
Attraverso il Banco, alimenti ancora buoni vengono salvati e non diventano rifiuti. Ritrovando una “seconda vita” negli enti caritativi che li ricevono gratuitamente per i loro assistiti. E che così possono destinare le risorse risparmiate migliorando la qualità dei propri servizi. Donando le eccedenze, le aziende restituiscono loro un valore economico. E se da un lato contengono i propri costi di stoccaggio e di smaltimento. Dall’altro offrono un contributo in alimenti fondamentale per chi è in difficoltà. Il recupero degli alimenti impedisce che questi divengano rifiuti. Permettendo così da un lato un risparmio in risorse energetiche. Quindi un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. E dall’altro il riciclo delle confezioni. Fin dalla sua origine, Banco Alimentare ha superato ogni aspetto assistenzialista. Ponendo al centro del suo agire la persona (concreta, unica, irripetibile). il motto delle migliaia di volontari è: “condividere i bisogni per condividere il senso della vita”.
Il Banco Alimentare ha da molti anni una capillarità di interventi sociali che lo rende un osservatorio di primaria importanza per rilevare le esigenze dei territori. Quali priorità si riscontrano nell’Italia in pandemia?
“La capillarità è tanto del Banco Alimentare, con la sua Rete costituita da 21 Banchi su tutto il territorio nazionale. Quanto della rete di ormai circa 8 mila strutture/enti caritativi accreditati con noi. Il bisogno primario di fatto resta il cibo, elemento fondamentale per tutti. Ma i bisogni sono tanti. La povertà educativa è andata crescendo con la pandemia”.
Solidarietà
In che modo?
“L’emergenza Coronavirus ha anche evidenziato grandi differenze sul territorio. Soprattutto per quanto riguarda l’accesso agli strumenti digitali. Resi sempre più importanti dalle norme di sicurezza e dalla chiusura delle scuole”. Qual è il profilo del benefattore-tipo del Banco Alimentare?
“Il Banco Alimentare, per fortuna, ha sempre visto una grande, chiamiamola così, trasversalità. Direi che quindi è molto difficile individuare un donatore-tipo. Probabilmente una considerazione possiamo farla per l’età. Sembra, e ha una sua logicità, che maggiormente siano gli over 50 a donare di più”.E l’identik del beneficiario-tipo?
“Anche i beneficiari sono generalizzati. Italiani e stranieri al 50/50%. Ma sempre più famiglie giovani con figli e persone. Con un minimo di lavoro che non riescono a provvedere alla famiglia. Occorre considerare che la realtà è fatta in stragrande maggioranza da coloro che faticheresti a prima vista a definire poveri. Perché si sforzano di conservare una apparenza di “normalità” con grande dignità. Dovendo scegliere però ogni giorno se mangiare o acquistare medicine. O fare una visita medica oppure fare un acquisto per i figli”. Un’emergenza sanitaria e sociale di queste dimensioni ci rende più solidali o più egoisti?
“Nulla avviene automaticamente. Certamente la reazione iniziale dei più, grazie a Dio, è stata la dimostrazione di un grande moto di solidarietà. Sia da parte dei singoli cittadini sia parte delle aziende noi”.
Può farci un esempio?
“Come Banco Alimentare, abbiamo potuto direttamente constatare una grande generosità spontanea. E una grande risposta alle richieste di aiuto da parte per esempio delle aziende del settore agro-alimentare. Ma come sempre tutto ciò va alimentato. Ed educato sia attraverso il richiamo continuo ad una dimensione di solidarietà sia attraverso gesti concreti”.
Quali fasce sociali sono maggiormente esposte all’incertezza economica?
“Abbiamo potuto vedere subito che i primi ad essere colpiti sono stati i precari. E i lavoratori autonomi, le famiglie giovani con figli. Tutto il mondo dell’intrattenimento e della ristorazione. Oggi sono i dati Istat a confermarcelo. 840 mila disoccupati in più rispetto ad un anno fa e quasi tutti nei servizi. Difficile non immaginare un peggioramento della situazione. Visto, per esempio, il prossimo sblocco dei licenziamenti”.
Quale Italia avremo dopo la pandemia?
“Difficile dirlo. Certamente, come punto di partenza, un’Italia più povera, in cui le disuguaglianze non potranno che aumentare. Sarà necessario un importante sforzo di tutti e sarà cruciale tenere conto. E valorizzare il fondamentale contributo che il terzo settore ha sempre dato alla tenuta della coesione sociale nei territori”.
A cosa si riferisce?
“Mi permetto di citare quanto, ben prima della pandemia, scriveva Ferruccio De Bortoli nella presentazione di un breve testo, ‘Appunti per una riscossa civica’, pubblicato nel maggio 2019. “A me sembra che il Terzo settore sia la piattaforma del riscatto civico. Se vogliamo trovare degli elementi di fiducia e di speranza. Una capacità non soltanto di reagire a situazioni emergenziali. Ma anche di far sì che cresca una coscienza civica e il bene comune possa moltiplicarsi’”.
Su quali forze potete contare?
“La capillarità, di cui si parlava all’inizio, delle strutture caritatevoli di ogni tipo ramificata in tutta Italia è costituita da volontari. Sono sul territorio e conoscono il volto, la storia di chi ha bisogno. Di chi si rivolge a loro o che loro vanno a cercare. Le istituzioni hanno bisogno di questo”.
Perché?
“Non basta conoscere il bisogno. Occorre conoscere il bisognoso perché si realizzi inclusione, coesione sociale e non abbandono. L’Italia subito dopo la pandemia sarà quindi un’Italia che avrà bisogno della responsabilità di tutti. Perché quello che potrà diventare dipenderà dalla consapevolezza e responsabilità di ciascuno”.:
Jorge Mario Bergoglio è morto questa mattina alle 7.35. (21 aprile 2025) . Durante il suo Pontificato è sempre stato più preoccupato di abbracciare che di scandalizzare, mai sottraendosi al suo compito: «Camminare, edificare, confessare Gesù Cristo» Papa Francesco (foto Ansa) Il cardinale Kevin Joseph Farrell ha annunciato la morte di papa Francesco: «Carissimi fratelli e sorelle,…
l’educazione come antidoto alla disinformazione Il tempo della scrittura, il tempo degli scrittori: questa, in sintesi, l’istantanea del nostro tempo, dove gli autori superano di gran lunga i lettori e dove la produzione di testi è diventata accessibile a tutti, così come lo è farsi conoscere e raggiungere da una moltitudine di lettori. Ne sono un…
Pasqua è anche una liberazione politica. Ogni anno celebriamo la Settimana Santa come se fosse semplicemente una tradizione religiosa e non avesse nulla a che fare con la vita quotidiana e tanto meno con la politica (cioè la polis, la città degli uomini). Ma è davvero così? No. Gli eventi della Settimana Santa sono i…
«Qui l’orizzonte di vita è religioso e i leader cristiani, islamici ed ebrei devono reinterpretare i testi. Il punto di riferimento è il Documento di Abu Dhabi» «Beh direi che i tre flagelli di cui parla la Bibbia li abbiamo avuti tutti: peste, fame e guerra». Padre Francesco Patton cerca di sdrammatizzare con una battuta….
Nata a Verona da un’esperienza di volontariato nelle sagre, l’impresa sociale guidata da Silvia Bigagnoli è oggi presente al Vinitaly e nelle fiere più importanti. Con professionalità e sorrisi, i ragazzi come Andrea e Gaia dimostrano che l’inclusione non è una parola vuota ma un progetto concreto fatto di formazione, autonomia e futuro Buongiorno, benvenuta!”….
Mi sono trovato invitato in parrocchia insieme a mia moglie, ad un incontro, quello che un tempo, quando si pensava andasse bene, si chiamava il “corso dei fidanzati”. Ora, su tutto, visto come sta andando, specialmente nel recinto della fede, si cerca di usare terminologie più “morbide” declinate dalla sociologia, per non urtare, per non…
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.