27 novembre, Beata Vergine della Medaglia Miracolosa. 31 dicembre, santa Caterina Labouré. Due date collegate a una sola storia, quella di un’apparizione. La Madonna mostrò all’allora novizia il disegno di una medaglia poi portata da milioni di fedeli. Ecco la sua storia
Nata il 2 maggio 1806 a Fain-les-Moutiers in Francia, da contadini benestanti, a 8 anni, essendo morta la madre, dovette assumersi il governo della casa perché la sorella maggiore si era fatta suora. Da giovane rifiutò varie proposte di matrimonio, decisa ad abbracciare la vita religiosa nonostante l’opposizione del padre, che la mandò a Parigi presso il fratello che gestiva una trattoria, poi da una cognata a Châtillon-sur-Seine.
Trasferitasi in un ospizio diretto dalle Figlie della Carità (fondate da san Vincenzo de’ Paoli), dopo alcuni mesi ottenne via libera dal padre e il 21 aprile 1830 entrò nel seminario di Rue du Bac, a Parigi. Durante il noviziato ebbe frequenti visioni del Signore e della Vergine. La notte del 18 luglio di quello stesso anno un bambino la destò dal sonno e la invitò a scendere nella cappella, dove la Madonna le preannunciò una “missione” per la quale avrebbe avuto molto da soffrire.
Il 27 novembre, apparendole con un globo sotto i piedi mentre dalle sue dita partivano dei raggi in tutte le direzioni, le mostrò il disegno di una medaglia, invitandola a promuoverne la diffusione tra i fedeli che, portandola al collo, avrebbero ricevuto grandi grazie, e le dettò le parole da incidervi: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi».
Trattata inizialmente dal confessore come una pazza, nel 1832 ottenne dall’arcivescovo, in seguito a certe predizioni di lei che si erano verificate, che si coniasse la medaglia, definita poi dal popolo “miracolosa” per i prodigi che operava. Finito il noviziato, nel 1835, Caterina fu mandata nell’ospizio di Enghien, dove per 46 anni, senza fare mai cenno delle visioni avute, si occupò di anziani poveri.
Solo negli ultimi mesi di vita, per ordine della Madonna, confidò alla superiora suor Dufès, che a volte la rimproverava immeritatamente, di essere la veggente della medaglia.
La medaglia che fece convertire un ebreo
Nella notte tra il 18 e il 19 1uglio 1830, mentre la Francia era sconvolta dal presentimento di una nuova rivoluzione (infatti, il 27 luglio cadde Carlo X), Caterina, condotta da un angelo nella grande cappella della Casa Madre, ebbe un colloquio durato più di due ore con la Madonna, che le preannunziò nuovi incontri. Questi, infatti, avvennero a brevi intervalli l’uno dall’altro, nel settembre, il 27 novembre e nel dicembre di quello stesso anno. La più nota e la più singolare delle apparizioni fu quella avvenuta il 27 novembre, nella quale si possono distinguere due fasi. Nella prima fase la Madonna appare a Caterina, ritta su un globo avvolto dalle spire del serpente, nell’atto di offrire a Dio un altro piccolo globo dorato, simbolo del mondo e di ogni anima, ch’Ella tiene all’altezza del cuore: dalle mani della Madonna piovono sul globo inferiore due fasci di luce. Nella seconda fase, mentre il piccolo globo d’oro scompare, le mani della Vergine si abbassano, ancora irraggianti fasci luminosi, simbolo delle grazie ottenute da Dio per la sua intercessione e, come a formare un’aureola intorno alla testa della Madonna, appaiono a caratteri d’oro le parole della giaculatoria: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”. Poi il quadro sembra visto nel suo retro: la figura della Madonna scompare e al centro si staglia, luminosissima, la lettera M, al di sopra della quale appare la croce e al di sotto i ss. Cuori di Gesù e Maria, mentre dodici stelle fulgidissime fanno corona (bisogna, tuttavia, osservare che nelle sue relazioni la Santa non parla mai né delle stelle, né del loro numero). Contemporaneamente una voce interiore ingiunse a Caterina di far coniare una medaglia che riproducesse la visione: ma soltanto il 30 giugno 1832 furono coniati i primi millecinquecento esemplari. La medaglia fu presto detta “miracolosa” e fra i miracoli da essa operati, vi fu la conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne (20 gennaio 1842).
Per desiderio espresso dalla Madonna nelle apparizioni di Parigi, nacque l’Associazione delle Figlie di Maria Immacolata (1836-47). Nessuno, tranne i superiori, seppe mai dei favori celesti concessi a Caterina Ella visse nella più grande umiltà e nel più assoluto silenzio e servì per quarantasei anni i poveri dell’ospizio di Enghien a Parigi. Quando la sua salma fu esumata, le mani che avevano toccato la Madonna e gli occhi che l’avevano veduta, apparvero straordinariamente conservati. Fu beatificata da Pio XI il 28 maggio 1933 e canonizzata da Pio XII il 27 luglio 1947: le sue reliquie riposano nella cappella in cui ebbe le apparizioni. La festa liturgica, per le Famiglie Vincenziane, è stabilita al 28 novembre.
Fonte: FamigliaCristiana.it