Se non è una rivoluzione davvero poco ci manca. Immaginare, e realizzare, alle medie, l’anello più debole della scuola italiana, un nuovo modello di spazi, utilizzando le tecnologie abilitanti, per promuovere metodologie didattiche all’avanguardia che orientino gli studenti verso una istruzione aperta a imprese e territorio, e al tempo stesso utile a formare insegnanti 4.0.
Si chiama Steam space, dove Steam unisce l’acronimo inglese Stem, Scienza, tecnologia, ingegneria, matematica, alla a di arte. Il progetto innovativo è nato dal dialogo tra Confindustria e la task force sulla riaperture delle scuole presieduta dall’attuale ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, assieme a esperti del calibro della professoressa Lorella Carimali, e dell’architetto Giulio Ceppi, del Politecnico di Milano, ma non sono mancati confronti anche con eccellenze mondiali nel campo della pedagogia come Reggio Children e con Cassa depositi e prestiti, molto attiva sul fronte edilizia scolastica.
L’obiettivo è rilanciare le scuole medie attraverso una “nuova didattica” fondata su multidisciplinarità e laboratorialità.
L’iniziativa, la prima del suo genere, è stata discussa dai vertici di Confindustria in Parlamento, e con l’attuale governo Draghi, ricevendo ampi consensi.
L’execution vede una prima fase sperimentale con la costruzione di 200 Steam space in altrettante scuole medie, 10 per ciascuna regione. Si tratta da un lato di realizzare degli spazi che siano punto di riferimento strutturali negli edifici scolastici, al pari di biblioteche e palestre, da aprire anche alla comunità locale, ad esempio nei weekend e, dall’altro lato, di formare docenti-orientatori (gli “Steam Masters”) che alimentino questi spazi anche in collaborazione con le imprese. Al termine di questa fase (un annetto circa), partirebbe la diffusione capillare degli Steam space in tutte le 7.239 scuole medie italiane coinvolgendo circa 1,7 milioni di studenti e quasi 200mila professori. Il costo complessivo dell’operazione è di 2 miliardi, che arriverebbero dai fondi Ue del Recovery Plan.
L’Italia presenta una situazione critica sul fronte edilizia scolastica (il 44% degli edifici è vecchio e non è a norma antisismica), e le sperimentazioni fisico-didattiche, al netto delle belle esperienze delle avanguardie educative promosse da Indire, fanno fatica a decollare. A differenza, per esempio, di paesi come Francia, Finlandia, Paesi Bassi, dove le innovazioni didattiche non prescindono dall’innovazione degli spazi fisici.
«Obiettivo degli Steam space – sottolinea Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano – è costruire in tutte le scuole medie una vera e propria finestra sul futuro ed in particolare sulle imprese, affinché i giovani e le loro famiglie, ma anche gli insegnanti, possano conoscere la qualità dell’industria italiana e le competenze che è necessario acquisire per vivere da protagonisti il lavoro del futuro. Partire dalle competenze è indispensabile per fare un orientamento utile per i giovani ma anche per le scuole».
Più nel dettaglio, la realizzazione di uno spazio flessibile destinato alle competenze Stem «agevola il superamento di una visione stereotipata della formazione che, negando lo status di cultura alla conoscenza tecnico-scientifica, attribuisce alla sola cultura letterario-artistica la capacità di rispondere ai “bisogni profondi” delle persone – spiega la professoressa Lorella Carimali –. In tal senso, lo Steam space rappresenta uno spazio “creativo” che permette di superare la visione secondo cui la scienza e la tecnologia sono funzionali al miglioramento delle condizioni materiali di vita, diversamente dalla letteratura e dall’arte che permettono di esprimere la creatività ̀individuale e collettiva. Per questo, si è ritenuto importante l’inserimento della lettera “a” di “arte” nella parola “Stem”: laddove il riferimento alle competenze tecnico-scientifiche si coniuga con lo sviluppo di un pensiero creativo e innovativo che è alla base del problem solving e di altre competenze necessarie per affrontare situazioni complesse».
Il concept, messo a punto dall’architetto Ceppi, prevede tre moduli da 60 mq complessivi, destinati a ospitare gruppetti di 15 studenti con tre professori di supporto. Lo spazio garantisce due pareti cieche e due completamente trasparenti e parzialmente apribili. «È concepito per far integrare il fronte fisico e il fronte digitale (phygital), con una iper-connessione che consente di collegarsi in tempo reale con le aziende per seguirne i processi produttivi», ha spiegato Ceppi.
Ma qual è l’impatto atteso dal progetto Steam space? «Un innalzamento della qualità del capitale umano, che può generare fino a 2 punti in più di Pil pro capite e diminuire sensibilmente l’inaccettabile record di Neet che abbiamo – ha chiosato Brugnoli –. Oltre a ridurre gender gap e divari territoriali. Insomma, un progetto che permetterebbe alla scuola di tornare ad essere il vero ascensore sociale del Paese».
Fonte: CLAUDIO TUCCI | Sole24Ore.it