Quando muore un ragazzo, si prega, e si tace. Quando muore un ragazzo, ventenne, che si toglie la vita, si prega e si tace due volte. È perché l’abisso del dolore dell’uomo ci si spalanca davanti, ed è domanda, ferita, e ogni giudizio o risposta istintiva è faciloneria irrispettosa.
È peggio se si sfrutta la debolezza per sventolare bandiere ideologiche, per sfruttare un caso a fini politici. È quanto è successo a Seid Visin, un ragazzo di origine etiope, italiano, italianissimo, accolto bambino da una famiglia amorevole e cresciuto con tutte le cure e l’attenzione che si deve a un figlio. Seid era diventato un campioncino del calcio, questo solo sappiamo. Sappiamo che ha scelto di andarsene, e che un suo lungo sfogo aveva espresso un sentimento di esclusione e di disprezzo verso il colore della sua pelle.
La sua morte si deve al razzismo, e il razzismo, dice il pensiero dei soli adibiti al pensiero, che stava sempre a sinistra, chissà perché, sta a destra. La destra è rappresentata dai due leader Salvini e Meloni, che dunque sono responsabili della sua morte, sono degli assassini.