Più di 4 milioni di persone, tra cui un milione di rifugiati, sono a rischio immediato di perdere l’accesso all’acqua sicura in Libano, dove già scarseggiano i medicinali e l’energia elettrica. Con la rapida escalation della crisi economica, la carenza di fondi, di beni come il cloro e i pezzi di ricambio, l’Unicef stima che la maggior parte dei sistemi di pompaggio dell’acqua cesserà gradualmente di funzionare in tutto il Paese nelle prossime quattro-sei settimane. «Il settore dell’acqua è stato spremuto fino alla distruzione dall’attuale crisi economica in Libano, incapace di funzionare a causa dei costi di manutenzione pagati in dollari, delle perdite d’acqua causate da acqua non fatturata, del collasso parallelo della rete elettrica e della minaccia dell’aumento dei costi del carburante» ha dichiarato Yukie Mokuo, Rappresentante dell’Unicef in Libano.
È questo soltanto l’ultimo sviluppo della terribile crisi che sta colpendo il Paese dei cedri, con ricadute sociali spaventose. L’Onu stima che se il sistema pubblico di approvvigionamento idrico dovesse crollare, i costi dell’acqua da fornitori alternativi potrebbero aumentare del 200% al mese. Un peso insostenibile per la maggior parte delle famiglie libanesi.
Fonte: OsservatoreRomano.it