Ieri in Giordania i ministri dell’Energia di Egitto, Siria, Libano e Giordania si sono incontrati e hanno concordato un piano per rifornire il Libano di gas naturale egiziano da convertire in elettricità. La conferenza stampa congiunta ha confermato che tutti avevano concordato di rilanciare l’Arab Gas Pipeline (AGP) che collega il gas egiziano alla Giordania, dove verrà utilizzato per produrre elettricità aggiuntiva per la rete che collega la Giordania al Libano attraverso la Siria.
Ciò fa seguito a un incontro a Damasco tenutosi il 4 settembre tra funzionari libanesi e siriani che discutevano la richiesta libanese di importare gas dall’Egitto ed elettricità dalla Giordania attraverso il territorio siriano.
Tuttavia, le sanzioni statunitensi contro la Siria stanno bloccando il processo regolare per aiutare il Libano assediato, dove la popolazione non ha accesso a elettricità, gas e persino l’acqua è scarsa.
Egitto e Giordania stanno facendo pressioni sull’amministrazione Biden affinché rinunci alle sanzioni siriane ai sensi del Caesar Act, per facilitare il passaggio dell’articolato accordo regionale. Il Caesar Act è stato approvato dal Congresso degli Stati Uniti per danneggiare il governo siriano, ma ha invece fatto soffrire la popolazione siriana in molti modi, dalla svalutazione della valuta all’iperinflazione.
Attualmente, la Siria soffre di una grave mancanza di elettricità, con la maggior parte delle abitazioni che ne usufruiscono solo per 3-4 ore al giorno. I generatori a benzina non sono la soluzione, poiché c’è anche una grave carenza di benzina che viene razionata. Per quanto grave sia la situazione in Siria a causa delle sanzioni statunitensi, la situazione in Libano è anche molto peggiore.
La Banca Mondiale si è offerta di fornire finanziamenti per il progetto, ma è preoccupata per la corruzione tra l’élite dirigente libanese, responsabile della terribile situazione in Libano, che secondo la Banca Mondiale è la peggiore crisi finanziaria degli ultimi 150 anni.
In una conferenza stampa del 4 settembre, il Segretario Generale del Consiglio superiore libanese-siriano, Nasri Khoury, ha dichiarato: “La parte libanese ha chiesto l’assistenza della Siria al Libano per ottenere gas egiziano ed elettricità giordana attraverso il territorio siriano. La parte siriana ha affermato la disponibilità della Siria a soddisfare tale richiesta”.
Crisi del Libano
Il Libano è caduto in un grave fallimento dopo che il pubblico si è ribellato contro la corruzione sistemica dell’élite al potere. Il governo non è riuscito a fornire nemmeno i servizi più elementari: acqua, benzina, cibo ed elettricità. Molti ospedali hanno chiuso e quelli aperti faticano a trovare le medicine.
Sulla scia del crollo libanese, è stato compiuto uno sforzo per prelevare energia elettrica dalla Giordania attraverso la Siria, fornendo quantità di gas egiziano alla Giordania, consentendole di produrre ulteriori quantità di elettricità da immettere nella rete che collega la Giordania al Libano attraverso la Siria .
L’Egitto aveva fornito gas al Libano nel 2009 e nel 2010, ma le forniture si sono concluse poco dopo quando la produzione di gas egiziana è diminuita. L’Egitto ha riavviato l’esportazione di gas attraverso il gasdotto nel 2018, ma il gas è andato prevalentemente in Giordania.
La società Electricité du Liban (EDL) ha firmato un accordo con l’Iraq per acquistare olio combustibile pesante da convertire in elettricità, che dovrebbe coprire circa un terzo del fabbisogno di carburante di EDL, e rifornire il Paese per circa quattro mesi.
Il gas egiziano dovrebbe raggiungere il Libano per far funzionare le centrali elettriche a gas, fuori servizio da 11 anni.
A Washington viene anche chiesto di concedere una licenza separata alla Giordania per distribuire elettricità dalla sua rete elettrica al Libano, che dovrebbe passare attraverso la Siria.
Crisi siriana
Il governo degli Stati Uniti ha sottoposto la Siria a severe sanzioni per il settore petrolifero, che complicano l’accordo AGP Arab Gas Pipeline per tutte le parti interessate regionali.
Attacchi alla pipeline
Nel 2011, quando sono iniziate le violenze della “primavera araba”, terroristi armati in Egitto hanno attaccato numerose volte la parte egiziana dell’AGP. L’attacco a un oleodotto non ha lo scopo di cambiare il governo, o di portare libertà e democrazia in Medio Oriente. Questi attacchi avevano lo scopo di ferire e terrorizzare la popolazione civile, e molto probabilmente sono stati compiuti da gente del posto che seguiva l’ideologia politica dei Fratelli Musulmani che giustificava il massacro di musulmani, come loro, per rimuovere un governo laico, nel caso della Siria, e fondare uno Stato Islamico.
La sezione di Homs dell’oleodotto è stata attaccata nel 2012 quando Arwa Damon della CNN si è associato ai terroristi del posto.
Nel 2016 e nel 2020 i terroristi hanno attaccato l’AGP in Siria. La popolazione siriana è venuta presto a sapere che i terroristi la trattavano come un nemico. Questo è il motivo per cui l’Esercito Siriano Libero e i suoi affiliati di Al Qaeda hanno perso la loro guerra contro il popolo siriano, perché non hanno ricevuto il sostegno e la partecipazione della popolazione, che è giunta a disprezzarli.
Storia del gasdotto
L’AGP è lungo 1.200 km ed è un gasdotto transregionale per l’esportazione del gas costruito per trasportare il gas naturale dall’Egitto alla Giordania, alla Siria e al Libano.
Le principali parti interessate all’AGP includono l’Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS), Engineering for the Petroleum and Process Industries (ENPPI), The Petroleum Projects and Technical Consultations Company (PETROJET), l’Egyptian Natural Gas Company (GASCO) e la Compagnia Petrolifera Siriana (SPC).
Il governo egiziano nel 1995 ha permesso alle compagnie petrolifere e del gas nazionali e internazionali di trivellare attivamente per il gas. La domanda interna di gas è stata soddisfatta nel 1999 e il governo ha iniziato a cercare mercati di esportazione per l’eccedenza.
Nel 2001, Egitto e Giordania hanno avviato dialoghi, che in seguito hanno incluso Siria e Libano. Anche Israele, Turchia e Iraq hanno firmato accordi per cooperare nell’AGP.
L’AGP ha quattro sezioni. La prima sezione si estende da Arish in Egitto ad Aqaba in Giordania.
La seconda sezione va da Aqaba a El Rehab, vicino al confine giordano-siriano. La terza sezione si estende dalla Giordania (El Rehab) alla Siria (Jabber).
La quarta sezione è costituita da una rete del gas in Siria ed è operativa dal 2008. Si estende da Jabber (lato siriano dei confini giordano-siriano) ai confini siriano-turco, finendo in Libano. Questa sezione ha quattro segmenti. Il segmento uno va da Jabber a Homs in Siria, mentre il secondo segmento collega le città di Homs e Aleppo, in Siria. Il terzo segmento si estende da Aleppo ai confini siro-turchi. Il quarto segmento collega Homs in Siria con Tripoli in Libano e questa sezione comprende quattro stazioni di distribuzione/ricezione, 12 stazioni di valvola e una stazione di misurazione.
L’AGP può anche collegare la rete del gas irachena per facilitare l’esportazione del gas iracheno verso il mercato europeo.
Nel gennaio 2008 è stato firmato un Memorandum d’Intesa tra Turchia e Siria per l’estensione dell’AGP da Homs, in Siria, alla città di confine turca di Kilis. Dalla Turchia, l’AGP sarà probabilmente collegato al proposto gasdotto Nabucco per la consegna del gas egiziano in Europa. L’Arab Gas Pipeline sarà inoltre collegato alla rete del gas irachena per facilitare l’esportazione del gas iracheno verso il mercato europeo.
Cosa accadrà?
Gli Stati Uniti rinunceranno alle sanzioni per aiutare il popolo siriano e libanese? Il presidente francese Macron ha recentemente partecipato a un incontro regionale a Baghdad e in precedenza ha ospitato un incontro per aiutare il Libano a riprendersi. Macron chiederà a Biden di rinunciare alle sanzioni contro la Siria per realizzare questo accordo, o la Francia continuerà a prendere ordini da Washington? Biden ha il potere politico per far accettare una deroga alle sanzioni dal Congresso degli Stati Uniti?
L’Arab Gas Pipeline è un consorzio di vicini che cercano di lavorare insieme per risolvere i propri problemi, eppure sono gli Stati Uniti che tengono il dito sull’interruttore della luce.
Fonte: Steven Sahiounie / trad. Gb.P. OraproSiria | OraProSiria.com
https://www.mideastdiscourse.com/2021/09/09/electricity-for-syria-and-lebanon-depends-on-the-us/