La stesura degli strumenti strategici della scuola può essere occasione per dirigenti e docenti di condividere speranza, contenuti e metodo.
L’anno scolastico è incominciato e molti temi ne agitano l’avvio: le modalità di accesso alla scuola con il green pass, le nomine dei supplenti, i protocolli sanitari, la situazione delle cattedre, l’impiego delle risorse finanziarie.
Sottotraccia, invece, il confronto su come lasciarsi interrogare dalla precarietà dei tempi, su quale impronta formativa rilanciare, su come ogni adulto impegnato nel compito educativo è chiamato a giocare le proprie carte, su come aiutarsi a vivere con speranza. E su come aiutarsi a stare davanti alle attese formative e culturali dei ragazzi che chiedono di incontrare adulti e contesti formativi significativi con i quali essere introdotti al senso della realtà, al gusto del vivere, alla passione per il proprio talento, all’impegno per un mondo sostenibile. Urgenze che stridono con il fatto che l’ingaggio dei docenti a cui affidare i ragazzi sia avvenuto attraverso l’utilizzo di un neutrale algoritmo, con l’incertezza in cui lavorano molti presidi impegnati nelle reggenze di altre scuole o a gestire segreterie in cui mancano dirigenti e assistenti amministrativi, con l’assenza, al momento, di un reale confronto politico e sociale sul Piano di ripresa e sulle politiche scolastiche da impostare per rilanciare l’istruzione e l’innovazione.
Urgenze e stridori, dunque, ovattati da un ottimismo di copertina, che non possono lasciar tranquilli e che chiedono vigilanza, responsabilità, capacità di dialogo e dedizione da parte di tutti, dirigenti scolastici, genitori, docenti ed educatori, chiamati a definire strumenti, spazi e risorse all’altezza della sfida.
La recente Nota 21627 del 14 settembre 2021 “Indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche (il Rapporto di autovalutazione. Il Piano dell’offerta formativa e il Piano di miglioramento)” ripercorre le modalità per l’aggiornamento annuale di questi strumenti già predisposti per il triennio 2019-2022 e per la programmazione del Piano dell’offerta formativa del nuovo triennio 2022-2025. Operazioni che avvengono dopo due anni scolastici nei quali il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento e l’attuazione delle progettazioni formative sono stati fortemente condizionati dalla situazione emergenziale, mentre la triennalità che riparte richiede un’impostazione dell’offerta formativa che sappia rispondere alle nuove urgenze educative e che offra modelli e pratiche fortemente innovative.
Realizzare momenti di confronto e di lavoro nei team di scuola per la definizione dell’offerta formativa può diventare allora un’occasione per i responsabili di direzione delle scuole e per i docenti di rileggere i nuovi bisogni formativi degli studenti e per ripensare pratiche didattiche ed assetti organizzativi all’altezza delle sfide, tenendo conto della complessità del momento e delle persistenti criticità del nostro sistema scolastico. Un’occasione, insomma, per verificare, proprio in questi tempi difficili e complessi, se la progettazione e la valutazione di istituto possano rappresentare una risorsa e non un adempimento in più. Un’opportunità per la definizione dei contorni di una proposta educativa e formativa che vinca la passività e la resistenza di consuetudini e burocrazie e che venga aiutata a fiorire e consolidarsi.
“La speranza non è per nulla uguale all’ottimismo – ha intuito in modo acuto Václav Havel –. Non è la convinzione che una cosa andrà a finire bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso indipendentemente da come andrà a finire”. Si tratta di aiutarsi, dunque, proprio dentro le condizioni che questo momento storico impone, nella ricerca del senso, nell’individuazione di modi adeguati per intercettare la domanda di significato che i ragazzi pongono a scuola, nella definizione di metodologie e contesti formativi capaci di suscitare interessi e dinamiche positive negli studenti, nel ripercorrere patti educativi realmente condivisi tra adulti. Partendo dalla certezza che un senso è rintracciabile e a partire da esso è possibile costruire. Fino a identificare le azioni che realizzino un piano di ripresa dell’offerta formativa.
Condividere tra educatori una proposta all’altezza dell’umano in gioco per rilanciare una speranza è spunto e ragione per ogni vera ripartenza. Anche con i nostri ragazzi. Anche attraverso la stesura degli strumenti strategici delle nostre scuole.
Fonte: Ezio Delfino | IlSussidiario.net