Quello che segue è il terzo di una serie di articoli firmati da Bjørn Lomborg e pubblicati da Tempi in esclusiva per l’Italia in vista della Cop26, la conferenza globale sul clima in programma per novembre 2021 a Glasgow. Lo scopo di questa rubrica è mettere in luce dati scientifici spesso trascurati nella narrazione dominante sul clima, eppure non meno importanti del fatto che «il cambiamento climatico è un fenomeno reale e causato dall’uomo», come sostiene Lomborg.
In un recente appello per un “intervento di emergenza” sul cambiamento climatico, i direttori delle riviste mediche più importanti al mondo hanno dato ampio credito all’affermazione fuorviante secondo la quale le morti per caldo starebbero aumentando rapidamente.
Il riscaldamento globale causa sì più morti per caldo, ma i dati statistici usati dai direttori sono ingannevoli. Questi ultimi sostengono che globalmente le morti per caldo sono incrementate del 54 per cento tra gli anziani negli ultimi 20 anni, tuttavia mancano di menzionare il fatto che il numero di persone anziane è cresciuto quasi allo stesso modo. È stata la demografia a guidare l’aumento, non il cambiamento climatico.
I firmatari dell’appello tralasciano anche il fatto che l’innalzamento delle temperature ha salvato più vite dai decessi collegati alle temperature di quante ne abbia portate via. Le morti per caldo rappresentano circa l’1 per cento dei decessi globali annuali – quasi 600 mila vittime – ma il freddo uccide otto volte tanto, totalizzando 4,5 milioni di morti ogni anno. Dal 2000, mentre le temperature salivano, le morti per caldo sono aumentate dello 0,21 per cento, mentre le morti per freddo sono diminuite dello 0,51 per cento. Oggi muoiono per il caldo circa 116 mila persone in più ogni anno, ma ne muoiono di freddo 283 mila in meno. Nel complesso dunque attualmente assistiamo a oltre 166 mila decessi legati alle temperature in meno ogni anno.
Tipicamente, è più facile mitigare il caldo che il freddo. I sistemi di allerta, bere liquidi e l’accesso a luoghi ombreggiati e rinfrescati contribuiscono a proteggere le persone dalle giornate più torride durante l’anno. Negli ultimi decenni le morti per caldo nei paesi ricchi sono generalmente diminuite grazie al condizionamento dell’aria.
È molto più difficile fronteggiare il freddo. Riscaldare bene una casa durante tutto l’inverno può costare cifre proibitive per le famiglie più povere, anche nelle nazioni sviluppate. Uno studio ha concluso che quando intorno al 2010 il fracking fece calare i prezzi del gas negli Stati Uniti, questo permise soprattutto alle famiglie più povere di riscaldarsi meglio, salvando secondo le stime 11 mila vite ogni anno.
Il modo migliore per proteggere le persone dal caldo o dal freddo è l’accesso a fonti di energia abbondanti ed economiche, malgrado questo molte volte significhi combustibili fossili. È buffo che tutto ciò non abbia trovato spazio tra le raccomandazioni dei direttori.
Fonte: Bjørn Lomborg | Tempi.it