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Una ragazza così bella da far impazzire Zeus: dal mito di Europa alla realtà di oggi

La prima puntata de «I nostri miti», una serie di lezioni sui miti della cultura occidentale per riflettere sul passato e sul presente. Da dove proviene il nome del nostro continente, la nostra identità e le nostre radici

Il nostro continente prende il nome da una giovane ragazza, Europa, la bellissima figlia del re fenicio Agenore. Un giorno, racconta il mito Zeus vide Europa che giocava con un gruppo di amiche sulla spiaggia di Tiro (odierno Libano). Il re dell’Olimpo se ne innamorò all’istante e per averla ricorse a una delle tante metamorfosi di cui era solito servirsi per sedurre una donna. Fu così che si trasformò in un bellissimo toro bianco e andò a stendersi ai piedi di Europa comportandosi in modo così docile da conquistare la ragazza.

Europa cessò di avere paura e prima accarezzò il del toro mantello e infine salì sulla sua groppa. Il toro si gettò allora nelle acque del mare con la fanciulla sul dorso e nuotò fino a raggiungere Creta.

Arrivati nell’isola i due celebrarono la loro unione; secondo alcuni nella grotta Dittea, dove Zeus era stato allevato, secondo altri all’ombra di un platano nella città di Gortina.

Europa diede al dio tre figli, uno dei quali era Minosse (uno dei personaggi mitici più importanti per i greci), il primo, mitico legislatore cretese, e che nell’Odissea, durante la visita di Ulisse all’Ade, viene presentato come giudice delle anime.

Europa è immigrata e come Sant’Agostino o San Marco è nata nella sponda sud del Mediterraneo. Il Mediterraneo fu lo scenario dell’impervia traversata da oriente a occidente, verso Creta. Non sappiamo esattamente quando il nome Europa passò da personaggio del mito a riferimento geografico (la prima menzione risale al VI-V a.C. dove nell’ «Inno ad Apollo» attribuito ad Omero si parla di Europa come parte della Grecia centrale).

Anche l’etimologia è incerta: secondo alcuni deriva dalla parola semitica «ereb», occidente, con cui i Fenici indicavano i paesi a ovest della Siria, dove vivevano. L’occidente indica poi la direzione dei popoli orientali che emigravano in Grecia, come ci racconta anche lo stesso mito di Europa che viaggia dalla Fenicia a Creta.

Esiste anche un’etimologia greca del nome Europa, «larghi occhi» quasi a dipingere nel nome la sua natura di sposa-giovenca. Tante le spiegazioni e le teorie che spiegano perché Europa divenne un nome geografico, ma tutte richiamano il nostro legame profondo con la civiltà greca e romana del nostro continente con quello asiatico, un legame tra Oriente e Occidente, un legame che anche noi dovremmo ricordare, molto più spesso di quanto non facciamo.
L’Europa è nata da una storia d’amore ha indicato in origine un francobollo geografico con una visione molto ambiziosa. Ora è una realtà fatta di 24 lingue e 27 paesi, vola non più sul dorso di un toro ma su un tappeto volante fatto di valori conquistati e imprescindibili.
Democrazia, rispetto dei diritti umani, uguaglianza e anni di pace. E libertà. Un tappeto volante a cui si aggrappano con speranza donne e uomini in fuga da molti paesi.

A proposito, in greco antico xenos, che noi ora releghiamo nella parola xenofobia, significava sia straniero che ospite. E questo non è un mito.

Fonte: Cristina Dell’Acqua | Corriere.it

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