Marim ha preparato con alcune compagne un powerpoint su Maria e Giuseppe nel Corano. Nascono domande serie. Diventa “Natale” anche per lei
Ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Marim ha salutato le compagne, ha deciso di tornare a casa e di non andare con loro da McDonald. Marim era un po’ triste, in fondo per lei andare a scuola era diventato interessante. Quella mattina poi aveva fatto una cosa nuova che le aveva attirato critiche, ma che le aveva dato anche una certa soddisfazione. Con alcune sue amiche aveva preparato un powerpoint su Maria e Giuseppe nel Corano. L’idea le era venuta dai giorni natalizi: visto che sono giorni in cui si parla di Gesù, voleva capire che cosa le dicesse la sua religione. E poi, perché non dire a tutta la classe che anche per lei musulmana Gesù e Maria hanno un valore?
Allora aveva pensato di fare un powerpoint e lo aveva proposto ad alcune compagne anche loro islamiche, che avevano aderito subito; in fondo era un modo per dire a tutti che c’erano anche loro, che il Natale in qualche modo lo festeggiavano anche loro. Così le ragazze avevano lavorato e Marim aveva voluto presentare il powerpoint in classe sua.
“Ma questo non è Gesù!” alcuni avevano ribattuto, “il Gesù di cui voi parlate non è il vero Gesù” avevano aggiunto altri.
Marim era rimasta ferita da questa reazione, ma poi ci aveva pensato ed effettivamente che cosa poteva aspettarsi?
Però, verso la fine della discussione, era intervenuta Stella, che aveva detto a Marim direttamente: “Sì, anche per me la storia di Gesù è diversa da come tu l’hai presentata, però vi è una cosa che mi ha colpito e che apprezzo. Tu hai voluto capire chi sia Gesù, chi sia Maria per te. Ti ringrazio, è una sfida anche per me, a non dare per scontato nulla.”
Marim stava tornando a casa e aveva certo davanti a sé tutte le critiche che le erano piovute addosso, ma soprattutto quello che aveva detto Stella. La sua compagna aveva colto il motivo profondo e ora lei, Marim, si sentiva vicina all’atmosfera del Natale, in un certo modo era Natale anche per lei.
D’un tratto Marim si era trovata di fronte Raffaella che l’aveva destata dai suoi pensieri con un “Marim oggi ci sei?”.
“Oggi?” aveva risposto Marim cadendo dalle nuvole.
“Sì, oggi alla festa del centro?”
“Sì” aveva risposto Marim meccanicamente, ma con la testa pensava di no e anche Raffaella lo aveva capito.
Invece alle 17 Marim era presente, e Raffaella quando l’aveva vista arrivare era sobbalzata, non se lo aspettava.
“Sì” le aveva detto Marim vedendo la sua espressione “aveva capito giusto, non avevo intenzione di venire, poi quando mi sono trovata a casa da sola con davanti un pomeriggio vuoto, mi sono fatta alcune domande.”
Raffaella le aveva annuito e lei aveva aggiunto: “Io qui sono a casa mia, qui mi trovo bene perché c’è gente che mi prende sul serio. È per questo che ho deciso di venire, grazie a lei che me lo ha ricordato.”
Una festa semplice, un panettone, una coca-cola e un tè freddo, eppure di una grande intensità, perché lì, al centro, vi era uno sguardo in cui il proprio io si sentiva amato, valorizzato, stimato. Questo era, è Natale, quello sguardo che arrivava all’umano.
Fonte: Gianni Mereghetti | IlSussidiario.net