La bocciatura del referendum sull’omicidio del consenziente è sacrosanta, ma la stampa sembra non aver capito che c’è differenza tra il quesito proposto dai Radicali e l’eutanasia. Peggio dei giornali, hanno fatto solo i politici
Ieri la Consulta ha bocciato il referendum promosso dai Radicali sull’omicidio del consenziente e i grandi giornali sono in lutto. A leggere Corriere, Repubblica e Stampa, soprattutto, pare che a «esultare» per il verdetto della Corte Costituzionale siano soltanto i cattolici e la Cei. Come se fosse inconcepibile un’opposizione all’eutanasia che non parta da posizioni religiose, dipinte dalla stampa oltretutto come irrazionali a priori.
L’omicidio del consenziente non è l’eutanasia
Le ragioni per opporsi a eutanasia e suicidio assistito sono molteplici e vanno ben oltre il pensiero ribadito dai vescovi secondo i quali la vita è sacra. Sul numero di febbraio di Tempi ne abbiamo parlato in lungo e in largo, mostrando che cosa è accaduto in tutti quei paesi dove la “buona morte” è stata legalizzata.
Ma l’impressione è che i grandi giornali questa volta ci abbiano capito poco. Innanzitutto i Radicali non hanno proposto un referendum sull’eutanasia, ma sull’omicidio del consenziente. Come ben spiegato dagli esperti del Centro studi Livatino, il referendum, se approvato, avrebbe creato «uno spazio di liceità dell’omicidio di un’ampiezza nettamente fuori scala» rispetto all’eutanasia. L’approvazione avrebbe infatti spalancato la porta a qualsiasi tipo di omicidio, per qualsiasi ragione, con il solo “paletto” di avere il consenso del morto. Come sarebbe stato possibile dare prova di questo consenso, a omicidio avvenuto, è un mistero che in confronto quello della Trinità è il Sudoku.
Emblema di questo malinteso è l’intervista sulla Stampa di Beppino Englaro, che critica l’Italia e porta come esempio virtuoso la «civilissima Olanda». Senza sapere però che nel paradiso dell’eutanasia l’omicidio del consenziente resta vietatissimo.
La Corte Costituzionale non è il Vaticano
Insistere poi sulla contrarietà del mondo cattolico all’eutanasia è fuorviante. Non è certo il Vaticano ad aver bocciato il referendum, quanto i quindici giudici della Corte Costituzionale, i quali non hanno citato Gesù e i Vangeli per respingere il quesito dei Radicali, ma hanno ritenuto che non ci fosse «la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana». Questo è un tema che riguarda tutti gli italiani a prescindere dalla fede.
Altrettanto fuorviante è l’argomentazione, portata ancora dalla Stampa, secondo cui il paese è più avanti dei politici. In questo caso la politica non c’entra nulla. Sono stati i magistrati, così inclini solitamente ad aprire le porte a ogni funesta iniziativa pro morte, a bocciare il referendum. Marco Cappato li ha sempre elogiati, ora però il loro giudizio diventa «inammissibile».
Peggio dei giornali, solo i politici
Se i giornali non hanno offerto un bello spettacolo, ancora peggio hanno fatto i politici. La delusione di Enrico Letta è in qualche modo comprensibile, conoscendo le idee del suo partito, anche se, come già ribadito, l’eutanasia non ha nulla a che fare con l’omicidio del consenziente. Sorprendente la reazione di Matteo Salvini secondo cui «la bocciatura di un referendum popolare non è mai una buona notizia». Il leader della Lega evidentemente sta già pensando a come reagire all’eventuale bocciatura dei suoi referendum sulla giustizia, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Sarà anche furbo, l’ex ministro, saprà anche quando brandire i rosari e quando i referendum sull’omicidio, ma su un tema delicato come il fine vita sarebbe più intelligente prendere una posizione di merito.
Come ha fatto Giorgia Meloni, che ha dichiarato: «Sacrosanta la decisione di dichiarare inammissibile il referendum proposto dai radicali sull’omicidio del consenziente, anche se sano. Un quesito inaccettabile ed estremo che avrebbe scardinato il nostro ordinamento giuridico». I dirigenti di Forza Italia, invece, per non esporsi se la sono cavata con una frase talmente abusata che potrebbe presto essere inserita nei Baci Perugina: «Sono cattolico ma…».
Sgombrato il campo da una proposta troppo estrema per essere considerata seriamente, il dibattito tornerà a ruotare intorno alla legge sul suicidio assistito. I grandi giornali potranno così riprendersi dal lutto e tornare a battersi per un diritto a morire più presentabile. Ma ugualmente deleterio per l’Italia.
Fonte: LeoneGrotti | Tempi.it