“Sono pronto, io l’ho sentita la mano di Gesù, so che sta venendo a prendermi”.
Così parlava David Buggi poco prima di morire, cinque anni fa.
Così muore un ragazzo di 17 anni con un cuore da guerriero, un ragazzo che ha combattuto contro la paura, la rabbia, il sentimentalismo e la tristezza che a volte ci tentano negli ultimi momenti di vita, contro il vuoto e il non senso, un ragazzo che ha vinto, ha accettato la sua malattia e ha creduto nell’amore di Dio che è padre, ci ha creduto fino alla fine e ha deciso di accettare il dolore e di offrirlo per la salvezza dei giovani.
David era un ragazzo un po’ ribelle e pieno di vita, intelligente e super energico, faceva sport e andava a scuola e poi girava continuamente in bici, nuotava, faceva il post cresima e frequentava la comunità di Betania, perché cercava, cercava la Verità e non si accontentava di risposte preconfezionate. Quando ha scoperto di avere un tumore maligno, prima ha pregato perché gli venisse tolto, forse si è ribellato e arrabbiato, immagino, ma poi nel pieno del combattimento ha avuto una grazia, e ha capito che se è Dio che lo vuole, va benissimo perché lui è padre e vuole solo farmi un regalo.
Per questo da quando l’ho incontrato non ho smesso di chiedergli di intercedere per i miei figli. Nei momenti importanti sono andata a inginocchiarmi davanti alla sua tomba. E le grazie sono arrivate. Non so se sia lui o san Giuseppe, o magari lavorano in squadra, però sono arrivate.
Sabato 18 giugno sarà il quinto anniversario della morte, e alle 19 verrà celebrata una messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove ho visto funerali di soldati, di gente che ha lottato, proprio come David. A celebrare sarà don Pierangelo, che ha accompagnato David nel suo combattimento sulla terra, perché chiudesse le orecchie alle parole cattive del demonio, a tutte le tentazioni che ci vogliono far mormorare contro Dio (“perché a me?” è la prima di tutte).
Negli ultimi giorni prima della fine David ha voluto incontrare tutti i suoi amici, una marea di ragazzi nella sua stanza di ospedale, e si è offerto per la loro salvezza: per la ragazza che si stava buttando via, per quello che si drogava, per quelli che odiavano i genitori e per quelli che forse dei genitori veri non li avevano nemmeno. A tutti ha annunciato che la vita non finisce qui, che siamo fatti per vivere per sempre, se siamo figli di Dio: e morire tranquilli a diciassette anni è una cosa che non puoi fare se non sei figlio di Dio. Morire senza terrore, chiedendo solo che la mamma non soffra troppo, e che gli amici non si perdano.
Caro David, ricordati il nostro patto. Ricordati i miei figli, e quelli di tutti coloro che vorranno affidarsi alla tua potente intercessione (testimonio).
Chi vuole altre informazioni, o materiale per la preghiera, o raccontare grazie ricevute può scrivere a associazionedavidbuggi@gmail.com
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