«I giovani stanno usando più droghe»
Il Rapporto non si occupa solo della cannabis e dei fenomeni legati alla sua legalizzazione per usi ricreativi. Molti altri sono gli allarmi che lancia, primo fra tutti l’aumento del numero di persone che fanno ricorso alle droghe: «(…) nel 2020 circa 284 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni hanno fatto uso di droghe, un 26 per cento in più rispetto al decennio precedente. I giovani stanno usando più droghe, con livelli di consumo in molti paesi superiori a quelli della generazione precedente».
Poi le stragi per overdose da oppioidi negli Stati Uniti: «Negli Stati Uniti e in Canada, i decessi per overdose, causati principalmente da un’epidemia di uso non medico del fentanyl, continuano a battere ogni record. Stime preliminari negli Stati Uniti indicano oltre 107 mila morti per overdose da droga nel 2021, rispetto a quasi 92 mila nel 2020». La cifra è spaventosa, soprattutto se raffrontata con un paese come l’Italia, dove i morti per overdose sono quasi 400 all’anno.
Altro motivo di allarme è il record di produzione della cocaina, mitigato dal record di sequestri: «La produzione di cocaina ha raggiunto livelli record nel 2020, crescendo dell’11 per cento rispetto al 2019 per arrivare a 1.982 tonnellate. Anche i sequestri di cocaina sono aumentati, nonostante la pandemia da Covid-19, raggiungendo un record di 1.424 tonnellate nel 2020. Quasi il 90 per cento della cocaina sequestrata a livello globale nel 2021 veniva trafficata in container e/o via mare».
La cannabis è la droga più consumata al mondo
Il Rapporto è suddiviso in cinque libretti, e la cannabis è trattata nel libretto numero 3 insieme agli oppioidi. Ma anche i libretti 1 e 2 contengono informazioni al riguardo, come quella che la cannabis è la droga più consumata nel mondo, con 209 milioni di utilizzatori nel 2020, pari al 4 per cento della popolazione mondiale fra i 15 e i 64 anni; ciò indicherebbe anche un aumento del 18 per cento nel numero dei consumatori rispetto al decennio 2010-19.
Altra informazione degna di nota è che la maggioranza relativa dei paesi del mondo (40 per cento) denuncia la cannabis come la droga più dannosa in termini di problemi di salute (vedi libretto 1, pagina 7), e solo il 35 per cento indica gli oppioidi come la sostanza che provoca più disordini di salute. Il dato si spiega col fatto che la cannabis, anche se meno dannosa degli oppioidi, delle anfetamine o della cocaina, ha molti più utilizzatori: sono più del triplo di quelli che ricorrono agli oppioidi, e sei volte coloro che usano anfetamine.
Aumenta l’uso quotidiano di cannabis
Il capitolo dedicato agli Stati Uniti sottolinea l’aumento del consumo fra i giovani: «I cambiamenti nel mercato della cannabis negli Stati Uniti nell’ultimo decennio hanno portato a un numero maggiore di consumatori e, in modo più drammatico, a una maggiore frequenza di consumo di cannabis e a maggiori quantità di cannabis consumate. Mentre la prevalenza del consumo di cannabis almeno una volta all’anno e almeno una volta al mese tra la popolazione adulta (di età pari o superiore a 18 anni) negli Stati Uniti è aumentata rispettivamente del 60 e del 75 per cento, la prevalenza del consumo quotidiano o quasi giornaliero è aumentata di quasi il doppio rispetto al periodo 2010–2019.
Nel 2019 e nel 2020 si è registrato un aumento significativo dell’uso quotidiano o quasi quotidiano di cannabis. Nel 2020, l’uso quotidiano o quasi quotidiano di cannabis è stato stimato al 4,1 per cento tra gli studenti delle scuole superiori rispetto a quasi l’1 per cento nel 1991. L’aumento dell’uso quotidiano o quasi di cannabis è più significativo tra gli studenti dell’ottavo e del decimo grado (15 e 17 anni rispettivamente – ndt) e nel 2020 ha raggiunto il livello più alto tra gli studenti delle scuole superiori dal 1991».
I danni della legalizzazione
Il Rapporto attribuisce l’aumento di consumi e consumatori, anche minorenni, al fatto che la cannabis per scopi ricreativi è stata legalizzata in 17 stati dell’Unione più il Distretto di Columbia e che si continua a discutere di legalizzazione negli altri stati: «Negli ultimi anni, il dibattito sull’uso medico della cannabis e le misure che consentono l’uso non medico della cannabis negli Stati Uniti e altrove hanno portato gli adolescenti a percepire la cannabis come meno dannosa di quanto non la percepissero in precedenza. È difficile determinare quanto questa ridotta percezione della nocività spieghi l’aumento a lungo termine del consumo di cannabis tra gli adolescenti. È chiaro, tuttavia, che esiste un’associazione tra una minore percezione del rischio e un maggiore uso di cannabis, come osservato negli Stati Uniti, in Europa e in America Latina e nei Caraibi».
Aumentano i disturbi psicotici in chi consuma cannabis
La diminuita percezione della nocività, indotta dal vedere sempre più stati che legalizzano il consumo, è fenomeno sciagurato, poiché quello che è avvenuto negli ultimi decenni è, al contrario, un aumento della pericolosità del consumo di cannabis: «La percentuale di delta-9-tetraidrocannabinolo nella cannabis sequestrata è quadruplicata negli Stati Uniti tra il 1995 e il 2018 ed è quasi raddoppiata in Europa tra il 2002 e il 2018. Inoltre, in alcune giurisdizioni del Canada e degli Stati Uniti, altri prodotti a base di cannabis, come i concentrati di cannabis e gli edibili, possono avere una concentrazione del 70 per cento o più, rendendo la sostanza più potente e i suoi utilizzatori più esposti a conseguenze per la salute.
Nonostante questa tendenza, nello stesso periodo di tempo la percentuale di adolescenti che considerano dannoso l’uso regolare di cannabis è notevolmente diminuita. Come suggerisce la letteratura scientifica, l’uso quotidiano di cannabis è stato associato a una maggiore probabilità di disturbi psicotici tra i consumatori rispetto alle persone che non hanno mai fatto uso di cannabis, e la probabilità di tali disturbi è quasi cinque volte maggiore tra coloro che, su base giornaliera, usano cannabis con un alto contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo».
La trappola dei prodotti a base di cannabis
Il crescente consumo di prodotti a base di cannabis si sta dimostrando una trappola pericolosissima: «C’è stata una proliferazione di prodotti che includono fiori di cannabis, canne pre-rollate, vaporizzatori, concentrati ed edibili come caramelle e torte e una varietà di bevande come bibite gassate. (…) Ad esempio, in Colorado, la percentuale media di delta-9-tetraidrocannabinolo nei concentrati di cannabis nel 2017 era del 69 per cento, con alcuni negozi che pubblicizzavano fino al 95% del contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo in alcuni prodotti.
Nel 2017, il fiore di cannabis aveva una media del 19,6 per cento di contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo per grammo, e il 92,9 di tutti i prodotti venduti nei negozi di cannabis al dettaglio in Colorado aveva più del 15 per cento di contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo. In California lo stato non ha limitato la concentrazione dei prodotti a base di cannabis, poiché sono consentiti prodotti con un contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo fino al 90 per cento o più, né è limitata la produzione o la vendita di prodotti aromatizzati, sigarette pre-rollate o bibite alla cannabis che imitano gli “alcopop”, sebbene le normative statali abbiano posto restrizioni sui prodotti che assomigliano agli alimenti esistenti o con caratteristiche particolarmente attraenti per i bambini».
Meno tabacco e alcol, più cannabis
La percezione della dannosità di una sostanza ha un ruolo importante nell’andamento del suo consumo da parte degli adolescenti. Il Rapporto spiega che negli Stati Uniti la diffusione di tabacco e alcol fra i più giovani è diminuita nel mentre che aumentava la loro dipendenza dalla cannabis: «(…) le tendenze (al rialzo, ndt) nel consumo di cannabis tra gli studenti delle scuole superiori sono in netto contrasto con il calo del consumo di tabacco e alcol, le due sostanze più comunemente utilizzate dagli adolescenti».
«La prevalenza del consumo di tabacco nell’ultimo mese tra gli studenti delle scuole superiori è diminuita da quasi il 12 per cento nel 2011 al 5 per cento nel 2020, mentre la prevalenza del consumo di alcol nell’ultimo mese è scesa dal 26 al 21 per cento nello stesso periodo». Divieti, limitazioni e corretta informazione sui danni prodotti da tabacco e alcol hanno ridotto il loro consumo da parte degli adolescenti negli Usa. Per la cannabis si è imboccata la strada contraria, e i cattivi risultati già si vedono.
Fonte: Rodolfo Casadei | Tempi.it