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Miracolo eucaristico di Legnica, un prodigio che continua

25 dicembre 2013, Santa Messa di Natale presieduta da padre Krzysztof Antończak e da don Andrzej Ziombra: il santuario di san Giacinto Odrowaz a Legnica, nell’ovest della Polonia, è gremito di fedeli. A un certo punto, mentre padre Antończak sta dando la comunione a un chierichetto, l’ostia consacrata cade accidentalmente a terra.

Un fatto che può succedere, certamente, al quale i due chierici hanno riservato tutta l’attenzione che si deve per far sì che nessuna parte, nessun frammento, del Corpo e Sangue di Nostro Signore andasse perduto. «Dopo che il sacerdote raccolse l’ostia», rivive oggi l’evento don Ziombra raccontandolo al Tagespost, «la mise nell’acqua per farle sciogliere. Dopo dieci giorni, cioè il primo sabato del mese, abbiamo notato un parziale coloramento rosso dell’ostia».

Di lì, il sacerdote informò il vescovo responsabile della sua parrocchia, Stefan Cichy: dopo ulteriori giorni di osservazione del fenomeno, questi decise di convocare una commissione, che dopo un’attenta verifica avviò un’indagine scientifica. Indagine che nel giro di tre anni ha portato al nulla osta da parte della Congregazione della Dottrina della fede, reso noto il 10 aprile del 2016 da mons. Zbigniew Kiernikowski, vescovo di Legnica, in virtù dell’«inspiegabile mancato scioglimento dell’ostia consacrata deposta il 25 dicembre del 2013 in un ciborio con l’acqua, e di una successiva apparizione sulla sua superfice delle tracce, da genetisti definite “di origine umana”, di sangue del gruppo AB, e del materiale biologico formato da “parti frammentate di muscolo striato trasversale” che “assomigliano molto al muscolo cardiaco, con alterazioni che appaiono di frequente durante l’agonia”».

Don Andrzej Ziombra (foto a lato), docente di filosofia al Seminario teologico di Legnica nonché presso la Pontificia facoltà di teologia di Wroclaw e dal 2011 parroco di San Giacinto, di tutta questa storia è appunto uno spettatore e un testimone particolare. E non solo perché nella Santa notte del 2013 era accanto a padre Krzysztof Antończak, ma anche in quanto dal 2016, una volta ricevuto il nulla osta da parte della Congregazione per la dottrina della fede, ha il delicato e prezioso compito di «raccogliere le testimonianze dei frutti spirituali e dei fatti inspiegabili avvenuti grazie alle preghiere dei fedeli davanti alla reliquia». Fatti che non sempre la gente ama raccontare, ma le cui testimonianze si stanno negli anni accumulando sempre più numerose.

Da ormai sei anni, infatti, il flusso di fedeli – soprattutto giovani adulti, attorno ai 30 o 40 anni – che si recano davanti all’ostensorio contenente la particola del miracolo è continuo, da dentro e fuori i confini nazionali: «Dal 2016», racconta il sacerdote al Tagespost, «ci hanno visitato oltre mille gruppi di pellegrini. La maggior parte dei pellegrini dall’estero proviene dalla Germania e dagli Stati Uniti. Abbiamo anche ospitato gruppi da Singapore, Filippine, Thailandia e Canada. È incredibile come il messaggio si sia diffuso nel mondo…».

E incredibili sono anche i miracoli nel miracolo: conversioni messe per iscritto e guarigioni fisiche certificate, su tutto, ma anche storie di dipendenze sanate, o di litigi appianati… un riaccadimento nel nostro secolo segnato dal secolarismo, di quanto testimonia il Vangelo: coloro che si rivolgono con fede pura al Signore, ottengono grazie su grazie, di ogni tipo.

A coloro che si rivolgono con fede, appunto, perché don Ziombra non fa mistero di un paradosso: «Ci sono pellegrini che percorrono migliaia di chilometri per pregare a Legnica», afferma, e tanti parrocchiani grazie a esso hanno cominciato a frequentare la Santa Messa quotidiana o quella domenicale e centinaia di cittadini s’impegnano a portare avanti un’adorazione perpetua, giorno e notte, davanti alla Santa reliquia, «mentre alcuni abitanti della città non sanno nulla del miracolo eucaristico»… è Cristo che passa, come 2.000 anni fa, ma in tanti ancora non lo riconoscono.

Fonte: Giulia Tanel | IlTimone.org

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