Con 324 voti a favore, 155 contrari e 38 non votanti, è stata approvata oggi in seno al Parlamento Europeo una Risoluzione che sarebbe eufemistico definire sconcertante. Il testo contiene infatti l’impegno ad «inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», l’invito al «governo degli Stati Uniti a garantire la protezione dei dati per tutti, in particolare per coloro che cercano, forniscono e facilitano l’aborto» nonché attacchi al non meglio precisato «flusso di denaro che finanzia gruppi contrari al genere e alla libertà di scelta nel mondo, anche in Europa».
Si tratta insomma d’un documento ultra abortista e grondante ideologia da quasi ogni riga. Naturalmente, si può minimizzare osservando come tale Risoluzione non sia vincolate per gli Stati membri. Tuttavia, sarebbe un atteggiamento imprudente. La realtà infatti è che in sede comunitaria si stanno radicando sempre più neppure posizioni pro choice ma, come si diceva, ultra abortiste, e cioè finalizzate a mettere addirittura al bando le posizioni pro life. Nel numero di maggio del Timone, l’onorevole Simona Baldassarre denunciava come in sede europea ci fossero pressioni per legalizzare l’utero in affitto.
Ecco, dopo il testo approvato oggi si può affermare che la direzione è precisamente questa, e cioè quella di promuovere l’agenda progressista sotto ogni profilo: aborto libero, censura delle realtà pro life e via di questo passo; l’utero in affitto sarà quindi solo questione di tempo. Intanto, non resta che sperare che i tanti europarlamentari che, forse per superficialità, hanno appoggiato il documento odierno si ravvedano. Di «colpo mortifero che condanna i bambini e dunque le future generazioni europee a non vedere mai la luce», ha intanto parlato oggi Jacopo Coghe di Pro Vita & Famiglia e purtroppo riesce difficile non sottoscrivere queste parole.
Fonte: IlTimone.org