Le dichiarazioni programmatiche del Governo rese alla Camera dei Deputati dal neo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno toccato molti aspetti della vita sociale dell’Italia con una sensibilità da donna, da mamma e anche da persona credente. Il perno della visione del premier è infatti quella declinazione della libertà indicata da San Giovanni Paolo II, che è stata citata durante il discorso a Montecitorio: “La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve. Io sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo”. In questa cornice in cui libertà non è sganciata dalla responsabilità, il lungo intervento di Meloni è entrato nel vivo dei cosiddetti principi non negoziali: vita, famiglia e libertà educativa.
Le politiche economiche volte a garantire il benessere di tutti gli italiani non possono infatti essere realizzate senza il rispetto di un’antropologia umana tesa al bene comune e al rispetto del diritto naturale. Meloni dopo aver affrontato l’emergenza educativa e le sfide della scuola e dell’università guarda infatti a quello che definisce “l’istituzione formativa più importante”, “nucleo primario delle nostre società”, ovvero la famiglia. In essa riconosce “culla degli affetti e luogo nel quale si forma l’identità di ognuno di noi”. Meloni afferma quindi che l’esecutivo intende sostenere e tutelare la famiglia e la natalità per “per uscire dalla glaciazione demografica e tornare a produrre quegli anni di futuro, quel Pil demografico di cui abbiamo bisogno”. Serve un piano imponente – prosegue – economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società”. Nel concreto la Meloni indica alcune misure da realizzare come aumentare gli importi dell’assegno unico e universale e di aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l’introduzione del quoziente famigliare.
Il vero punto di svolta è l’aver riconosciuto che, oltre alle cause economiche, esiste una questione culturale, ingombrante come un macigno, alla base dell’attuale inverno demografico. Si tratta infatti di un passaggio non scontato perché per la prima volta i vertici dello Stato capiscono che tutti i più cospicui bonus del mondo non riescono a rilanciare la genitorialità se non accompagnati da una narrazione che mette in luce la bellezza della genitorialità e il ruolo fondamentale della maternità. Veniamo infatti da cinquant’anni di ideologie nichiliste che hanno esaltato l’individualismo più sfrenato e ora anche la politica si rende conto che bisogna dare un riconoscimento sociale alla famiglia e alla sana interdipendenza delle relazioni sociali che da essa discendono, primo fra tutti il rapporto primigenio di ogni essere umano, quello tra madre e figlio. Le politiche di conciliazione tra lavoro e accudimento dei figli possono trarre linfa solo da questa visione, allocazione delle risorse pubbliche è infatti prima che un esercizio di bilancio una decisione di natura politica che parte dalle priorità del Paese e delle persone.
Solo da questo scatto culturale potranno discendere tutta una serie di misure per promuovere e tutelare la maternità, il lavoro femminile e il sostegno alle giovani coppie che intendono creare una famiglia. Meloni è tornata anche sulle devianze giovanili e sulla “crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità”, anche in questo caso possono incidere le decisioni della politica e per questo motivo ha ribadito la contrarietà dell’esecutivo a qualsiasi proposta sulla cannabis libera, definendola “la risposta più facile da dare ai giovani”.
Meloni affronta infine il tema della coesione sociale tramite un altro principio promosso dalla dottrina sociale della Chiesa, ovvero quello “dell’alleanza intergenarazionale” e della valorizzazione degli anziani. Secondo il presidente del Consiglio “l’Italia ha bisogno di una nuova alleanza intergenerazionale, che abbia nella famiglia il suo pilastro e rafforzi il legame che unisce i figli con i nonni e i giovani con gli anziani, che vanno protetti, valorizzati e sostenuti perché rappresentano le nostre radici e la nostra storia”.
Le parole pronunciate da Meloni devono trasformarsi in fatti il prima possibile, in Italia ogni anno i nuovi nati toccano un nuovo record negativo, aumenta la percentuale di nuclei famigliari composti da una sola persona e mettere al mondo figli rappresenta una delle prime cause di caduta in povertà. La riscoperta delle relazioni e del valore della maternità dovrà contare su misure concrete, che andranno implementate a tutti i costi malgrado la crisi mondiale richieste nuovi strette alla borsa della spesa pubblica. La sfida è ardua ma se sarà intrapresa veramente i frutti non tarderanno ad arrivare.
Fonte: Marco GUERRA | InTerris.it