Riceviamo dalla nostra collaboratrice suor Anna Monia Alfieri alcune righe di commento ai recenti fatti di Bologna, dove in una manifestazione dei collettivi contro il governo un manichino del Presidente del Consiglio è stato appeso a testa in giù in piazza. È uno spettacolo vergognoso, carissima suor Anna. Perché, ovviamente, non è il modo di esprimere delle idee. Ovviamente. Però, per quanto arrivino trafelate solidarietà bipartisan, bisognerebbe anche riconoscere che questo non è antifascismo, non è democrazia, non è nemmeno sinistra, ammesso che il lemma significhi ancora qualcosa. È il nulla di una devastazione culturale che però bisogna imparare a riconoscere: chiunque voglia uccidere Dio, o fabbricarsene uno su misura, o rifugiarsi in qualche paradiso psichedelico, o rinunciare a educare riconoscendo un bene e un male, prima o poi finisce a mettere manichini a testa in giù di qualcuno che ha idee diverse dalle sue. (Il direttore – L.B.)
Non posso nascondere lo sgomento e l’indignazione che ho provato nel vedere le immagini di un manichino raffigurante il Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Giorgia Meloni, appeso a testa in giù, con voluto richiamo ai tristi fatti di piazzale Loreto, a Milano, anno 1945. Questo modo turpe di manifestare le proprie idee non ha nulla a che fare con la politica democratica e con il confronto dialettico, al contrario appare un atto di violenza gratuito. Purtroppo non posso non constatare quella che si configura come una escalation di odio che dobbiamo fermare immediatamente, recuperando il rispetto che si deve alle Istituzioni e alle persone che le rappresentano. Per questo diventa sempre più urgente riscoprire la differenza che corre tra l’idea che libera e l’ideologia che soffoca, tra il confronto basato sulle idee e non sui pregiudizi.
Rivolgo, allora, ancora una volta un accorato appello alle forze politiche che, per volontà dei cittadini, si trovano all’opposizione, affinché svolgano il loro ruolo in maniera responsabile, non continuando ad evocare il passato, dal quale il Presidente Meloni, peraltro da sempre, non da adesso, ha preso le distanze.
Mi chiedo: che immagine diamo noi cittadini italiani all’estero? Non si tratta infatti di attacchi alla singola persona della Presidente del Consiglio, alla quale va la nostra calorosa solidarietà e la lode per come ha saputo smorzare i toni della polemica, comportandosi in modo molto più equilibrato di altre donne della politica che ci hanno abituati al grido dell’offesa di genere per molto – di difficile comprensione il loro inspiegabile silenzio di questi mesi – ed oggi il loro silenzio pesa e rischia di avallare eppure da mesi non una sola parola , si tratta, al contrario di attacchi alla democrazia e all’ordine pubblico che potrebbero avere gravi conseguenze… Quod Deus avertat!
Mi auguro che simili manifestazioni incivili non abbiano più a ripetersi, mi auguro che la classe politica sia all’altezza della situazione, mi auguro che ogni cittadino si senta, oggi più di ieri, chiamato alla responsabilità individuale e collettiva.
Concentriamo le nostre energie nel superare rapidamente il degrado culturale che gli ultimi eventi ci riconsegnano come emergenza educativa. Fermiamoci a riflettere. Ora, tutti: media, politici, associazioni. Non alimentiamo in nessun modo questo, perché non diventi troppo tardi.
E’ indispensabile aiutare i nostri ragazzi a voler approfondire, Conoscere, Sapere, perché solo cosi saranno liberi di orientarsi nei meandri della disinformazione. Il Governo con la collaborazione delle opposizioni hanno fra le priorità quella di garantire una scuola libera, autonoma e di qualità per tutti superando ogni discriminazione economica, affinché i nostri ragazzi siano quegli adulti protagonisti di un nuovo Welfare.
Fonte: Anna Monia ALFIERI | IlTomone.org