I familiari dei malati di Alzheimer sono allenati agli addii. L’addio al passato che ti abbandona, al tempo che si affievolisce, ai ricordi che sfumano con le conversazioni paradossali che si rivelano sketch d’involontaria comicità. «Quando mia moglie Lucia non mi riconoscerà più, vorrà dire che ci presenteremo di nuovo», scherzava Lino Banfi quando evocava la malattia della moglie Lucia che se n’è andata mercoledì a 85 anni nella sua casa di Roma dopo un’unione durata sessant’anni da cui sono nati due figli, Rosanna, attrice, e Walter, regista e produttore. L’ironia è un balsamo prezioso per lenire una malattia che ti ingarbuglia i ricordi e gioca a nascondino con la memoria,
Quella tra Lino Banfi e la moglie non è stata solo un’unione ma una comunione di vita che la malattia aveva reso ancora più salda. «Ho conosciuto Lucia che avevo quindici anni e lei tredici. Dopo dieci anni di fidanzamento, abbiamo fatto la “fuitina” a Canosa di Puglia. In paese a quei tempi era normale. I suoi genitori mi volevano ammazzare. Per colpa della “fuitina” ci siamo dovuti sposare senza troppi festeggiamenti il 1° marzo 1962», ricordava Banfi rievocando di non aver potuto neanche fare una cerimonia per non destare troppo scandalo: «Padre Stefano ci diede appuntamento alle sei del mattino in sacrestia. Quando gli chiesi perché così presto mi disse: “Pasqualino, ci vediamo a quell’ora perché dopo ho un matrimonio”. E io: “Perché il mio cos’è?”. Alle sei e un quarto eravamo fuori, neppure una foto. Pure il sacrestano ci diceva di sbrigarci perché moriva di freddo. Promisi a mia moglie che se fossimo arrivati alle nozze d’oro avremmo fatto una festa principesca e così è stato. Nel 2012, è venuto il cardinale Coccolpalmerio a celebrare la Messa a San Giovanni in Laterano». Poi, ricevimento all’hotel Parco dei Principi a Roma con duecentosettanta invitati. Tra gli antipasti, burrate e mozzarelle pugliesi. Infine, torta nuziale di cinque piani ricoperta di cioccolato bianco e rose.
A dare l’annuncio della morte di Lucia è stata la figlia Rosanna con un post su Instagram dove ha pubblicato una foto della madre da giovane, in bianco e nero, mentre mangia un gelato sorridente: «Ciao mami, ora sei di nuovo così. Buon viaggio».
Qualche mese fa, Lino Banfi aveva scritto una lettera a papa Francesco, che aveva incontrato diverse volte a Casa Santa Marta, l’ultima un anno fa, diventando amico, per chiedergli di esaudire l’ultimo desiderio della donna, quello di morire insieme dopo sessant’anni di matrimonio ed evitare di far sopravvivere l’uno all’altra o viceversa: «Quando in una coppia c’è qualcuno che se ne va prima dell’altro», aveva detto Banfi, «è come se prendi una fotografia di coppia e la stracci a metà. Puoi prendere tutte le colle del mondo ma non sarà mai come prima». Per questa ragione, l’attore si era rivolto al Papa: «Ho chiesto al Santo Padre – aveva detto alla moglie Lucia – quello che mi hai chiesto di chiedere precisamente. Gli ho raccontato il tuo desiderio, quello di andarcene insieme, nello stesso momento, tenendoci per mano come abbiamo fatto sempre nella nostra vita».
Una richiesta difficile da esaudire anche per il Pontefice che ha comunque risposto a Banfi: «Il Papa mi ha detto che non ha il potere di farci andare, anche se io e te non potremmo vivere senza l’altro, lui pregherà per noi».
Il 1° ottobre 2013 Banfi e la moglie avevano incontrato Benedetto XVI nel monastero di clausura Mater Ecclesiae all’interno del Vaticano dove il Papa emerito si era ritirato. L’attore aveva raccontato che Ratzinger si era stupito del fatto che fosse rimasto fedele alla moglie. «“È molto raro nel mondo dello spettacolo, la fa ridere vero signora?”, chiese il Papa. “Ogni tanto è tristarello” “Davvero?” disse lui e io: “Solo quando sono incavolèto”».
Una fedeltà di cui raccontava spesso: «Ho lavorato con le più belle attrici europee, ma non c’è stata mai nessun’altra donna nei miei pensieri».
Fonte: Antonio SANFRANCESCO | FamigliaCristiana.it