Ognuno deve dare quello che può. Rispettando i propri tempi, le proprie capacità. Certamente si può, e si devono aiutare i giovani a modellare il proprio carattere, a formare la propria personalità, ma senza esercitare pressione. Tutti i genitori vogliono per i figli il meglio, ma è fondamentale che i figli percepiscano che sono amati per se stessi e non per i successi ottenuti nello studio o nella carriera.
Dobbiamo imparare tutti che anche nella debolezza c’è la nostra grandezza. Che ad ammettere e confessare quello che altri potrebbero definire un limite non c’è niente di male. Dobbiamo insistere fin da quando i figli sono piccini, senza stancarci di ripetere loro: “Ti amo perché sei tu, perché sei unico. Sono contento di stringerti tra le braccia. Sei bello, ma non ti amo per questo. Ti amerei anche se non lo fossi”.
E da grandi: “Bene, mi fa piacere che l’esame è andato benissimo. Brindiamo al tuo 30, ma ricorda che avremmo brindato anche se ti avessero dato un voto più basso”.
E voi ragazzi, aiutateci ad aiutarvi. L’amore mette le ali si piedi, è vero, ma non sempre ci permette di leggere il malessere, la sofferenza che passa nel vostro cuore. Parlate. Confidatevi con chi vi ha messo al mondo, con i vostri amici, i vostri insegnanti. Raccontateci i vostri progressi – negli studi, in amore, nello sport – ma anche le battute di arresto. Noi vi amiamo così come siete.
Tutti abbiamo diritto a essere fragili, anche tu, figlio mio. I superuomini non ci interessano. La gioia non abita negli eroi ma negli uomini e nelle donne che sanno dare e ricevere amore. Cari figli, siamo più vicini di quanto questo nostro tempo ci fa credere. Non dimenticate che abbiamo avuto la vostra stessa età solo qualche decennio fa. Sta a noi genitori ma anche a voi, generazione nuova, accorciare le distanze del solcato che, a tutti i costi, si vorrebbe scavare fra noi.
Diana, cara, cara Diana, il dolore per la tua scomparsa è grande. Sei la figlia di tutti. Ogni mamma, ogni papà oggi fa suo l’angoscia che schiaccia e opprime il tuo papà e la tua mamma. Con loro, ci chiediamo:” Dove abbiamo sbagliato?” ma la risposta o non arriva o arriva con un carico di tante altre domande.
Addio, Diana. Addio, figlia di una generazione fragile e sensibile più di quanto siamo portati a credere ed ammettere. Somma Vesuviana, la Campania, l’Italia intera piange la tua scomparsa. Assurda. Dolorosissima. Evitabile. Il dialogo schietto e sincero tra le generazioni potrà evitare in futuro simili tragedie.