Addio a Traute Lafrenz, ultima sopravvissuta della Rosa Bianca, l’organizzazione di ispirazione cristiana che oppose resistenza al regime nazista di Adolf Hitler distribuendo volantini nella Germania della seconda guerra mondiale. È morta all’età di 103 anni, come ha reso noto la Fondazione della Rosa Bianca, il 6 marzo a Charleston, nel South Carolina: si era, infatti, trasferita negli Stati Uniti nel 1947.
Nata ad Amburgo nel 1919, Lafrenz andò a Monaco di Baviera nel 1941 per studiare Medicina all’Università, dove divenne amica di Hans Scholl, fondatore della Rosa Bianca. Scholl divenne emblema della ribellione al Terzo Reich dopo che con la sorella Sophie venne condannato a morte il 22 febbraio 1943. Lafrenz portò ad Amburgo volantini prodotti dal gruppo di resistenti per distribuirli e fu arrestata nel marzo 1943. Subì una condanna a un anno di carcere e venne nuovamente arrestata al momento del rilascio, prima di essere liberata dalle forze militari americane nell’aprile 1945.
Il primo contatto di Lafrenz con la politica antinazista avvenne a metà degli anni Trenta, quando studiò con una insegnante di nome Erna Stahl. Lafrenz raccontò: «Ci ha trasmesso la sua intuizione attraverso una pratica pedagogica che mirava a ispirare un pensiero indipendente”. “In ogni caso, mi ha svegliato. Prima ero una sognatrice». Nel 1935, Stahl fu licenziata dalla scuola di Lafrenz e i nazisti le vietarono di insegnare altrove. Per aggirare questo divieto, l’educatrice organizzò lezioni informali a casa sua, utilizzando l’arte e la letteratura come strumenti per discutere i pericoli del regime nazista. Lafrenz partecipò a molte di queste sessioni, basando le successive “serate letterarie” con i fratelli Scholl sulle lezioni di Stahl.
La Rosa Bianca nacque da discussioni politiche tenute dai fratellil Scholl e dai loro amici. Tra il giugno 1942 e il febbraio 1943, il movimento distribuì sei volantini che criticavano il totalitarismo nazista e l’assassinio di massa degli ebrei. Nella speranza di ispirare una resistenza passiva da parte dell’opinione pubblica tedesca, il gruppo, nel suo quarto volantino, dichiarò: “Non resteremo in silenzio. Siamo la vostra cattiva coscienza. La Rosa Bianca non vi lascerà in pace!”.
Lafrenz non era coinvolta nella produzione di questi primi volantini, anche se in seguito disse di aver riconosciuto in Hans Scholl l’autore dei testi «dai termini usati, dall’argomento e dalle formulazioni». Nell’autunno del 1942 venne accolta nel movimento clandestino, fungendo da collegamento chiave tra le operazioni di Amburgo e Monaco. Nei mesi successivi, Traute Lafrenz cercò di ottenere una macchina duplicatrice per il gruppo; lei e Sophie Scholl acquistarono anche carta e buste utilizzate per aumentare la distribuzione di volantini.
Il 18 febbraio 1943, Lafrenz e Willi Graf, un altro dei membri della Rosa Bianca, si imbatterono in Hans e Sophie mentre uscivano da una conferenza tenuta da Huber, un professore che aveva scritto il sesto volantino antinazista della Rosa Bianca. I fratelli portavano con sé una grande valigia piena di copie di questo opuscolo, che intendevano distribuire nell’edificio universitario. Ma un custode li colse sul fatto e li consegnò alla Gestapo.
Quattro giorni dopo il loro arresto, il Tribunale del Popolo dichiarò Hans, Sophie e Probst colpevoli di tradimento. Furono ghigliottinati nel pomeriggio. Lafrenz, contro il divieto nazista ai non familiari di partecipare ai funerali, accompagnò la famiglia Scholl alla sepoltura. Traute fu arrestata a marzo e condannata a un anno di prigione per “complicità” nelle attività illecite della Rosa Bianca. Schmorell e Huber, incriminati insieme a Lafrenz, furono condannati a morte e giustiziati il 13 luglio. Graf venne ucciso il 12 ottobre. Lafrenz fu rilasciata nel marzo 1944, per essere arrestata poco dopo. Fu detenuta in quattro prigioni diverse prima di essere liberata dalle truppe americane il 15 aprile 1945. «Durante i lunghi mesi della mia prigionia, – ha detto – ho dovuto pensare più volte al motivo per cui ero stata rilasciata».
Nel 1947 emigrò negli Stati Uniti, dove continuò gli studi di medicina. Sposò il medico Vernon Page, da cui ebbe quattro figli. È divenuta quindi direttrice di una scuola per bambini svantaggiati e ha abbracciato il movimento spiritualista dell’antroposofia. Nel 2019 la Germania ha conferito a Lafrenz la sua più alta onorificenza civile, l’Ordine al Merito. Elogiandola come “eroe della libertà e dell’umanità”, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha detto che è stata una delle poche che “di fronte ai crimini dei nazisti ha avuto il coraggio di ascoltare la voce della sua coscienza e di ribellarsi alla dittatura e al genocidio degli ebrei”.
Fonte: Avvenire.it