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«Se tutto diventa famiglia, poi nulla lo è più davvero»

Non esiste più la famiglia, ma tanti tipi di famiglie. Il progetto di legge presentato dal governo di Pedro Sánchez e promosso dal Ministro dei Diritti Sociali e dall’Agenda 2030 Ione Belarra (Podemos) il 13 dicembre al Consiglio dei ministri elenca ben 16 modelli familiari: famiglia con due genitori, famiglia monoparentale, famiglia giovane, famiglie Lgbt omoparentali, famiglie con maggiori esigenze di sostegno alla genitorialità, famiglia multipla, famiglia ricostituita, famiglia di immigrati, famiglia transnazionale, famiglia interculturale, famiglia all’estero, famiglia di rimpatriati, famiglia in situazione di vulnerabilità, persone unite in matrimonio, coppie non sposate, persone single.

Nella proposta, approvata a metà dicembre, si equiparano i diritti delle coppie non sposate a quelli delle coppie sposate, si prevede un congedo retribuito di cinque giorni all’anno per assistere un familiare o un partner, si estende l’assegno di 100 euro per l’educazione dei bambini da 0 a 3 anni a un maggior numero di genitori. Questi sembrano tutti passi in avanti, ma l’indottrinamento è dietro l’angolo. Innanzitutto, questi benefici erano un tempo attribuiti alle famiglie numerose – termine oramai desueto e sostituito da «famiglie con maggiori esigenze di sostegno alla genitorialità». E poi al cuore di questo progetto c’è la completa disfatta della famiglia in sé: queste sedici classificazioni familiari non sono altro che un esperimento che ha come unico scopo l’annullamento della famiglia naturale fondata sul matrimonio. Di fronte a tutto ciò si leva una voce autorevole e chiara: l’arcivescovo di Mérida-Badajoz, Celso Morga, ha inviato ai suoi fedeli una lettera in cui si mostra contrario al progetto di legge sulle famiglie.

«Non è ragionevole che con la scusa di “stabilire un sistema di aiuti economici, giuridici e sociali per tutte le persone” il concetto di famiglia sia esteso a tutti i tipi di situazioni di convivenza umana perché annulla il concetto di famiglia», recita la lettera. «Una prima convinzione che deriva sia dal Vangelo che da quell’esperienza multisecolare è che il benessere delle persone e di tutta la società, nelle sue molteplici sfaccettature, è legato al benessere del matrimonio e della famiglia, cioè che il vero progresso del benessere, del bene comune, delle libertà e dell’uguaglianza che la società richiede continuamente, è intimamente legato alla prosperità della comunità coniugale». L’arcivescovo ha sottolineato che di fronte alle sfide del mondo di oggi come il divorzio, l’aborto o l’amore fluido, la società non può «perdere il grande tesoro per l’umanità di tutti i tempi che è il matrimonio e la famiglia. Alla base di tutte le sfide, contro la famiglia ci sono sempre l’egoismo umano, l’edonismo».

Le parole di Celso Morga fanno eco all’intervento di pochi giorni fa di monsignor Ivan Maffeis, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve: «Siamo in presenza di uno spezzettamento dell’orizzonte collettivo che contribuiva alla composizione di un’agenda sociale condivisa. […] A farne le spese è spesso il valore della stessa vita umana, della libertà, i diritti dei piccoli, la famiglia. Perché, dove “tutto è famiglia, più nulla è famiglia”». Parole nette e incontrovertibili, di questo abbiamo bisogno.

Fonte: Federica DI VITO | IlTimone.org

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