Cosa possiamo imparare dai nostri bambini?
— 17 Dicembre 2014
— pubblicato da Redazione. —
Amiamo la semplicità dei bambini. Lo diciamo in tutte le salse, lo scriviamo in ogni dove rimarcando il fatto che, in fondo, siamo invidiosi della loro genuinità e della loro spensieratezza. La fatidica frase “Ah che bello quando ero piccolo, non avevo tutte queste preoccupazioni!” sarà uscita dalla bocca di tutti gli adulti almeno una volta nella vita. Ma pochi, pochissimi avranno provato a prendere sul serio il significato della loro semplicità. Un invito a guardare la realtà così come si presenta, senza pregiudizi o scappatoie. Un atteggiamento che non ha paura, tipico di chi ha il cuore libero perché segue nella vita quotidiana l’invito che Gesù fa ai suoi discepoli «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.» (MT 18, 3-5)
L’esperimento con genitori e figli
Questo video, prodotto dall’associazione francese Noémi, richiama proprio alla semplicità del bambino e al suo modo di guardare il mondo che lo circonda. L’associazione ha messo alla prova genitori e figli in un gioco educativo dal finale a sorpresa. Seduti davanti a uno schermo, mamme, papà e figli vengono invitati a riprodurre le smorfie degli attori. Un piccolo muro li separa in modo che non possano vedere quello che fa l’altro. Si divertono a sgranare gli occhi, storcere la bocca, finché sul video non appare una ragazza disabile che simpaticamente mette un dito nel naso.
Realtà da amare
E’ in questo momento che avviene la scissione tra grandi e piccoli (ma chi sono i grandi e chi i piccoli?). I genitori, imbarazzati e inteneriti, si limitano a guardarla, i bambini continuano a giocare perché per loro non c’è alcuna differenza tra la smorfia di un adulto e quella di una bambina disabile. Per loro la disabilità è un pezzo di realtà da guardare, da seguire. Da amare.
Fonte: Aleteia
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