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Libera nos dall’ecoansia

Che l’ansia fosse un po’ la malattia di questi nostri anni lo avevamo già capito, tanto che uno dei best seller tra i libri del Timone è intitolato Mio Dio, che ansia!, scritto dallo psicoterapeuta Roberto Marchesini. Migliaia di copie vendute testimoniano che il problema c’è e precede l’ultima variante impazzita di questa pandemia: l’ecoansia.

La storia di questi giorni, che ha portato alla scoperta di questa nuova variante, è nota. L’aspirante attrice Giorgia Vasaperna al Giffoni Film Festival (foto in alto) ha detto, commossa, di soffrire di eco-ansia e per questo di non riuscire a pensare alle api che non volano, tanto da sentirsi in dubbio rispetto al fatto di poter diventare madre. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, presente a questo outing, non ha resistito e si è commosso a sua volta. Un pianto comune.

Ci si è messo poi anche il segretario generale dell’Onu António Guterres che in questi giorni ha sobriamente parlato di «ebollizione globale» per definire il caldo da cambiamento climatico. Anche il dottor Sottile, alias Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale, non è andato per il sottile e ha paragonato su Repubblica i cambiamenti climatici al terrorismo politico di cinquant’anni fa. Mio Dio, che ecoansia!

Meno male che qualcuno si è accorto che forse si stava un po’ esagerando. Il nuovo capo dell’Ipcc, l’organismo scientifico delle Nazioni Unite che si occupa di valutare i cambiamenti climatici, Jim Skea, ha detto al tedesco Der Spiegel, che non dovremmo dare un’importanza esagerata all’obiettivo internazionale per limitare l’aumento della temperatura media terrestre entro gli 1,5 °C rispetto all’epoca pre-industriale. Perché, ha detto lo scienziato scozzese, professore di Energie sostenibili all’Imperial College di Londra, se non raggiungessimo l’obiettivo verso l’inizio degli anni 2030, come peraltro sembra probabile, «non dobbiamo disperare e cadere in uno stato di shock». Grazie, per carità, diamo un po’ di respiro all’ecoansia.

Un’emergenza tira l’altra, un po’ come le ciliegie, e così di ansia in ansia il povero cittadino tira a campare facendo slalom tra i sintomi di ansia, depressione e disturbi correlati. Qualcuno, orrore, può perfino diventare complottista. Mio Dio, che ansia! (PS: per vincere la paura di non farcela leggete il libro di Marchesini, non è uno spot, è un consiglio per sopravvivere)

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