Se c’è qualcosa che in questo momento può – e dovrebbe – unire tutti i genitori è la libertà educativa, affinché venga tutelata e pretesa. È ciò che è accaduto da giugno nella provincia del Maryland, dove un gruppo di genitori musulmani e cristiani si è unito per protestare contro la decisione del distretto scolastico di rimuovere la possibilità dei genitori di escludere i proprio figli dai corsi che trattano “la vita familiare e l’insegnamento della sessualità umana”.
La legge del Maryland richiede che i distretti scolastici consentano ai genitori di rinunciare ai corsi in questione, ma a marzo il distretto della Contea di Montgomery ha ben pensato di non considerare i materiali di lettura che discutono argomenti relativi all’omosessualità, al transgenderismo e ad altri aspetti dell’ideologia di genere parte della “vita familiare e dell’istruzione della sessualità umana”. Per questo motivo, a partire dal 1° maggio i genitori non hanno ricevuto più alcuna notifica dell’utilizzo di tale materiale.
Il distretto scolastico ha approvato diversi libri che discutono argomenti relativi all’omosessualità e al transgenderismo destinati a studenti di 3 o 4 anni. Tra questi troviamo un libro chiamato “Pride Puppy!”, che cerca di insegnare ai bambini l’alfabeto attraverso una storia sul Pride. Compaiono così immagini di adulti e bambini dal genere confuso che festeggiano insieme tra coriandoli e unicorni durante una parata del Pride. E poi la world list arcobaleno con tutte le parole da ricercare, “d” come “drag queen”, “i” come “intersex flag”, “l” come “leather” (pelle), “m” come “Marsha B. Johnson”, drag queen, attivista gay e a suo tempo prostituta. Oltre a questo, ci sono libri che spiegano agli studenti che la transizione non è una decisione che deve “avere senso” e agli insegnanti che devono dire che i medici “indovinano” il sesso di un neonato, anziché rivelarlo come qualsiasi dato biologico.
È così che il 6 giugno presso la sede del distretto scolastico pubblico della contea di Montgomery è sorta una protesta guidata da un gruppo chiamato Family Rights for Religious Freedom. Circa 50 genitori e attivisti mostravano cartelli eloquenti: “Diritti familiari”, “Proteggete i nostri figli” e “Libertà religiosa ora”. «Non vogliamo essere messi da parte come fondamentalisti irrilevanti», ha chiarito alla CNA Wael Elkoshairi, che è alla guida dei diritti della famiglia per la libertà religiosa. Elkoshairi ha sottolineato che la manifestazione non voleva essere anti-lgbt e che non pretendeva che il distretto scolastico non introducesse questa tipologia di libri. Ha ribadito che la loro unica richiesta è «permetterci di rinunciare, perché lo stato del Maryland ha quella disposizione». Ha poi testimoniato un ex studente: «La libertà di religione è un diritto umano fondamentale che protegge la coscienza di tutte le persone. La religione non è solo culto privato. La questione del genere e della sessualità è influenzata dalla nostra fede e non dovremmo essere caricaturati come intolleranti e la nostra fede essere sovversiva perché non si allinea con le loro convinzioni».
Becket Law, un’organizzazione no profit legale che difende la libertà religiosa, ha intentato una causa federale il 24 maggio per chiedere che il Consiglio statale dell’istruzione e il Consiglio dell’istruzione della Contea rispettino il diritto dei genitori di rinunciare a questo corso. La causa è stata intentata per conto di genitori cattolici, cristiani ortodossi, protestanti, e musulmani. Questo mercoledì mattina gli avvocati dei genitori della contea di Montgomery hanno discusso in tribunale, fuori dal quale più di 50 genitori si sono riuniti per manifestare a sostegno dei diritti religiosi dei genitori e degli studenti.
Tra questi genitori significativa è stata la testimonianza di Grace Morrison, il cui figlio adottivo di dieci anni ha la sindrome di Down e frequenta una scuola pubblica della Contea. «Poiché solo le scuole pubbliche della contea di Montgomery hanno le risorse per educare questo bambino, questa è l’unica opzione della famiglia; devono sopportarlo», ha spiegato William Haun, consulente senior di Becket. Dopo essere stato esposto a materiale pro-omosessuale e transgender, i genitori del bambino hanno raccontato come sia stato molto difficile per loro spiegare al figlio che non sono d’accordo con quanto viene mostrato a scuola. «Tutto ciò che il loro bambino sa è che il suo insegnante gli sta dicendo una cosa e i suoi genitori gliene stanno dicendo un’altra. E quel tipo di disaccordo per un bambino con la sindrome di Down è disorientante, per usare un eufemismo», ha concluso Haun.
Eric Baxter, vicepresidente e consulente senior di Becket, dopo aver terminato l’udienza di tre ore con la Corte ha riportato alla CNA: «In una società pluralista, dobbiamo amare e rispettare tutti gli altri, ma non dobbiamo condividere la loro moralità. [La nostra richiesta, ndr] ripristinerebbe temporaneamente il diritto dei genitori di rinunciare al curriculum LGBTQIA+ che mina direttamente la loro tradizione di fede. Speriamo che oggi le nostre voci vengano finalmente ascoltate».
Fonte: Federica Di Vito | IlTimone.org