È da mesi che nella parrocchia di San Josemaría Escrivá della diocesi di Getafe si sta preparando l’importante celebrazione che avverrà sabato 30 settembre. Si tratta del Battesimo di 17 bambini – la maggior parte sotto i 2 anni e due dei quali neonati – scampati all’aborto grazie all’associazion e Más Futuro letteralmente alle porte delle cliniche abortive Dator, Isadora e El Bosque, a Madrid. La presidente dell’associazione, Marta Velarde, spiega come non si è trattata di una preparazione simbolica o semplicemente burocratica, ma è stato posto l’accento sulle catechesi rivolte ai genitori anche per la scelta dei padrini, che possano essere referenti nella fede per questi nuovi membri della Chiesa.
«Ognuno di questi bambini porta dietro di sé una storia di dolore, sofferenza e, soprattutto, molto amore, e con il Battesimo inizieranno una fase di cammino all’interno della Chiesa, in cui saranno accolti e curati d’ora in poi», riferisce la presidente. Poi sottolinea: «Tutto lo sforzo, le ore davanti alle cliniche, il tempo di preparazione, tutto vale la pena, quando il bambino nasce, quando finalmente dici: “è qui”».
Sono proprio l’accoglienza e l’amore gli obiettivi dell’associazione che si ritrova davanti storie di madri che avrebbero abortito per motivi molto diversi. Se a volte è la ristrettezza economica a spingere la donna ad abortire, altre volte sono la pressione sociale o del partner o l’avere già altri figli. Carolina e Carlos, che battezzeranno Mateo sabato prossimo, insieme a una nuova vita hanno accolto anche la possibilità di sposarsi in Chiesa, spiega la presidente: «Il cambiamento è stato totale. Questa coppia si sposerà presto in Chiesa e ora sono “impazziti” per il loro figlio».
Keilis invece ha una storia ancora diversa. Quando è rimasta incinta del suo secondo figlio aveva un lavoro stabile e un fidanzato. A pensare che l’aborto fosse una scelta possibile e giusta è stata la pressione del partner rafforzata dalla consulenza di un’assistente sociale. L’incontro con Marta Velarde le ha cambiato la prospettiva. Ha rincontrato Dio vivendo un intenso percorso di conversione che renderà possibile il Battesimo anche per il suo bambino. María era incinta di sei mesi e mezzo quando ha pensato di recarsi presso la clinica madrilena El Bosque per abortire. Aveva già un bambino di due anni e la vita le sembrava dura da portare avanti con un altro figlio. Sabato saranno battezzati entrambi.
Nello stesso centro di Madrid, anche Mariani voleva abortire quando ha scoperto di aspettare due gemelli, ma l’incontro con l’associazione ha cambiato la vita a tutti e tre. Ángeles aveva alle spalle già una storia di aborto e la sofferenza l’aveva segnata fortemente. Nonostante questo, era decisa a farlo ancora, ma dopo aver incontrato i volontari ha deciso di non farlo e di mettere a frutto la sua esperienza condividendola con le altre madri. A ringraziare Dio per aver cambiato idea anche Ani e il marito, che avevano pensato di abortire perché lei non aveva un lavoro stabile.
Tutte queste storie così diverse sono accomunate dalla semplice domanda che i volontari pongono alle madri che incontrano. Nessuna morale, nessun giudizio, solo una semplice richiesta che ha il sapore dell’autentica carità cristiana: «È tuo figlio. Di cosa hai bisogno per non abortire?». «Quelle parole», racconta Marta, «soprattutto il fatto di riconoscere che si tratta del proprio figlio, cambiano il loro cuore e la loro decisione». I passi successivi sono molti: «L’accompagnamento delle madri e dei loro figli non ha fine», spiega ancora Marta.
«Da quando le madri decidono di non abortire fino a quando non sono completamente indipendenti, viene fornito un aiuto materiale – se ne hanno bisogno -, psicologico e spirituale». L’associazione va anche oltre: «Ci si prende cura anche dell’ambiente in cui vivranno con le loro famiglie», aggiunge. «La cerimonia di sabato sarà una celebrazione molto emozionante, sia per le madri dei bambini che per i loro soccorritori che, alle porte dei centri abortivi, hanno parlato con loro e hanno spiegato loro che esiste un’altra opzione oltre all’aborto, l’opzione alla vita», conclude Marta
Fonte: Federica DI VITO | IlTimone.org