Nella tragedia infinita del Medio Oriente, penso solo ai corpi di questi piccoli assassinati con l’illusione del potere che fa soffrire soprattutto gli innocenti. Nemmeno Pol Pot aveva ucciso i bambini. Kfar Aza è la vertigine dell’abisso
(DOMENICO QUIRICO – lastampa.it) – Possono i popoli morire? Intendo essere dispersi nel vento, sprofondare nel silenzio fino a diventare solo nomi scritti nei libri di storia, o reperti etnografici e artistici di un museo. La risposta è sì. Basta camminare nella Terra dei due fiumi e in Palestina e quanti nomi incontrate sul vostro cammino: cananei filistei urriti assiri frigi…alcuni erano potenti imperi altri miti contadini e allevatori, avevano costruito possenti città che sono diventate cenere e sono servite a costruire strato dopo strato quelle dei loro vincitori. Alcuni hanno lasciato memorie, altri sono solo nomi che risuonano nel vuoto, nel silenzio.
E ancora in tempi più recenti quanti, usando la modernità, hanno tentato di portare a termine lo stesso progetto: gli armeni, gli ebrei, i tutsi… Il pianificatore di una strage collettiva forse più esplicito e orgoglioso di sé, il cambogiano Pol Pot, aveva deciso che l’uomo nuovo poteva sbocciare solo se tutti gli uomini adulti, con le loro impurità abitudini e peccati, venivano uccisi. Uno ad uno. Ma aveva ordinato di salvare i bambini: non per pietà ma perché erano innocenti, si poteva lavorare sulle loro anime, modellarle.
Innocenti: fate attenzione a questa parola mentre nei cieli di Gaza e di Israele si accendono selvaggi tramonti di missili e di bombe. I soldati di Tzahal che ieri hanno ripreso il controllo del kibbutz di Kfar Aza, dopo aver eliminato i jihadisti che lo hanno tenuto per due giorni, hanno annunciato di aver scoperto, tra gli altri, i cadaveri di quaranta bambini tra cui alcuni neonati. Massacrati. Alcuni pare decapitati.
Allora: gli innocenti. Che parola! La più misteriosa e affascinante parola del mondo. Mi rifiuto di annegare nella matematica dei morti degli uni e degli altri, di avviare la partita doppia delle rispettive perdite, che nella tragedia infinita del Medio Oriente strozza la ragione e ogni progetto di convivenza. Mi fermo davanti a quei quaranta bambini, un vortice che chiama senza voce, un abisso da cui sale la vertigine. Di loro, solo di loro, sono obbligato a parlare. È un dovere. Non posso andare oltre. Lo devo al tempo misurato di un bimbo che cresce e che un giorno sorride come riconoscendovi. E che è stato fermato per sempre. Hanno sentito le madri urlare, si sono messi a piangere sopratutto perché loro piangevano. Forse hanno capito, i più grandi, che si trattava di questo, di morire. La morte è stata un cuneo feroce di verità nel dolce non sapere della infanzia. Ha strappato l’ingenuità come una benda dagli occhi.
Davanti ai bambini assassinati, senza aggettivi ebrei palestinesi curdi ucraini siriani… riuscite ancora a dire: seppelliamo i morti e divoriamo la vita? …il tempo stringe? Riuscite a evocare il solito attrezzaio di ciarpaglie: le bandiere scolorite dei diritti dell’uomo …i crimini di guerra… i popoli spinti lentamente al macello, come sempre? E già: sopravvivere solo questo conta, una volta o l’altra verranno i buoni, finalmente. Occorre essere salvi per allora. Già: ma questi quaranta bambini? E i loro assassini che evocano, ma non sono soli, evocano Dio?
Uccidere i bambini è l’atto simbolo della volontà di annientamento dei popoli, fa sì che l’uomo si senta estraneo alla creazione. È la vittoria assoluta della morte. Su Israele incombe l’ombra immane di Auschwitz. Lo so. Ma a Kfar Aza la storia è una e indivisibile.
Non ho mai creduto che esista un Male metafisico, astratto. Il Male è laddove c’è qualche cosa che è capace di soffrire. È nel far subire violenza: anche quella che sconciamente viene definita «giusta» perché proclamata come riparazione, occhio per occhio, vendetta della memoria, aiutare il tuo dio a diventare Storia.
Ecco: per me Kfar Aza è la più recente manifestazione del Male, è l’illusione del potere assoluto che offre il dare la morte, di far soffrire soprattutto chi è innocente. Questi quaranta corpi di bambini portati via sulle barelle sono il riassunto del Male.
Vi è in questa offerta sanguinosa di puri un tremendo mistero. In questo caso al contrario di quanto hanno fatto anche per i capitoli più sanguinosi del loro raid in Israele i jihadisti non hanno filmato per mostrare. Davanti alla strage degli innocenti hanno spento le videocamere della loro comunicazione. Non hanno osato. I bambini di Kfar Azza erano e sono rimasti innocenti in eterno.
Fonte: Domenico QUIRICO | LaStampa.it