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Educare sì, ma alla grandezza

Secondo me chi propone corsi scolastici di educazione all’affettività come risposta e rimedio all’uccisione di donne e ragazze, non conosce tanto bene i ragazzi. Le prediche “sui valori” che ricevono a scuola li lasciano totalmente indifferenti, quando non infastiditi, e desiderosi di avere reazioni opposte e contrarie a causa del bisogno adolescenziale di ribellione i ragazzi andrebbero appassionati alla bellezza, alla grandezza. Serve molto più a questo scopo uno stupendo prof di inglese che spiega Milton accalorandosi come a un derby (ce l’ho), una prof di italiano (ce l’ho) che porta i ragazzi con timore e tremore nella selva oscura di Dante. Così insegnano che il cuore umano è un mistero, e insieme, invitandoli alla fatica dello studio, educano, perché l’educazione è appunto accogliere il prezzo delle cose, accettare il limite.
Se per educazione all’affettività si intende un corso in cui si dice di rispettare il corpo delle donne, ma insieme si insegna a trarne piacere da giovanissimi (e giovanissime, la cosa è reciproca), senza essere pronti alle conseguenze, se si insegna la contraccezione e l’aborto chimico liberissimo senza ricetta anche alle minorenni (da questo governo almeno un segnale in questa direzione me lo sarei aspettato, sinceramente, almeno che i genitori siano informati del fatto che viene ucciso un nipotino), non capisco di che educazione stiamo parlando. La sessualità insegnata come una educata ginnastica senza pericoli non è vera. La sessualità non è educata, perché il rapporto sessuale scatena il senso di possesso, che va incanalato in relazioni durature e stabili, non è sufficiente dire che “non si fa”. La sessualità è un territorio misterioso come il cuore dell’uomo e irto di pericoli, e va trattata con cautela.
D’altra parte i dati lo confermano: in Italia la regione con più violenze è la civilissima e modernissima Emilia Romagna, il fanalino di coda – in positivo, stavolta – la Calabria. Il paese in cui i ragazzi sono più violenti in Europa è l’algida Svezia, cinque sparatorie contro una da noi. Le uccisioni di donne sono molto più frequenti nei paesi del nord, tipo la Germania, dove nelle scuole l’educazione è ben più ferma della nostra: più è ricco e avanzato il paese, più gli uomini violentano e uccidono donne. Forse vale la pena di farsi due domande.

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