Il dialogo è l’unica salvezza: Georges, Azdyne e il Bataclan
— 27 Novembre 2023
— pubblicato da Redazione. —
Lui è Azdyne. Nasce in Algeria. Non ha nulla, solo tanta fame. Appena è in grado di camminare sulle sue gambe se ne va in Belgio. Conosce una donna, si sposa, ha un figlio. Con tanta fatica riesce ad aprire un negozio di abbigliamento. Vive in modo dignitoso, senza fronzoli. Crede nel duro lavoro, è il valore che trasmette al figlio Samy. Gli dà l’opportunità di viaggiare, vedere il mondo, studiare Legge, vuole che abbia tutte le possibilità che lui non ha avuto. Samy però è un ragazzo irrequieto, lascia l’università, accusa il padre di essere un pessimo musulmano e parte per la Siria. Azdyne gli vola dietro, lo cerca, prova a riportarlo a casa. Lo guarda negli occhi. Non lo riconosce. Samy è freddo, distaccato, non vuole più saperne della famiglia. Azdyne gli consegna una lettera della madre e torna a casa. Continua a pregare per il suo ragazzo.
È il 13 novembre del 2015. Azdyne sta guardando la televisione. C’è stato un attentato al Bataclan di Parigi. Dei terroristi sono entrati e hanno ucciso più di cento ragazzi. Azdyne ha un nodo in gola. Qualche giorno dopo la polizia bussa alla sua porta. Dicono che Samy, era uno di quei terroristi. È morto, dopo aver fatto una strage. Azdyne prova dolore, rabbia, delusione. Ha dato al figlio tutto l’amore che poteva, dove ha sbagliato? Ha lavorato troppo, non è stato abbastanza presente? Non riesce a togliersi dalla testa il volto di un uomo, un padre come lui che quella notte ha perso la figlia. Azdyne prende coraggio, dopo diverso tempo gli scrive. Vorrei conoscerti, parlarti, anch’io mi sento vittima di mio figlio. Georges accetta.
Si incontrano in un caffè. Azdyne è agitato, ringrazia, chiede perdono. Georges gli prende la mano. All’inzio provavo solo odio, ma ora basta. Restano seduti a parlare per ore. Dei loro figli, della vita, delle risposte che non hanno. Si rivedono più volte, si sentono uniti dallo stesso dolore, raccontano al mondo la loro amicizia. Il tempo dell’odio è finito. È il momento di sedersi e parlare. Il dialogo è l’unica salvezza.
Fonte: Instagram
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