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«Addio prof, uomo profondamente libero»

Nicoletta Bertorelli, ex alunna di Umberto Gastaldi, il docente di filosofia rimasto solo e accudito dai suoi ex studenti, scomparso l’11 dicembre ci racconta i suoi ultimi momenti. «Sognava una morte gentile e così è stata. Io gli ho tenuto la mano fino alla fine»

Quando si sono rivisti l’11 febbraio 2023 il professor di filosofia Umberto Gastaldi era ricoverato da due mesi per Covid in un ospedale a Vicenza. «Io e altri compagni della 5D del liceo Gobetti di Torino» racconta Nicoletta Bertorelli sua alunna tra il 1977 e il 1980 «dopo quarant’anni siamo andati da lui e non l’abbiamo lasciato più solo».

L’11 dicembre purtroppo, però, l’insegnante è mancato. Aveva 82 anni festeggiati con i suoi ritrovati allievi nell’estate scorsa. «Eravamo tutti lì per lui, intorno a lui» racconta Nicoletta. «Lo abbiamo aiutato a fare il trasloco, aveva paura che i suoi libri finissero al macero. Tra le pagine biglietti e annotazioni che nessun altro avrebbe potuto capire».

Da Vicenza dov’era ha chiesto di essere trasferito a Lanzo Torinese, sogno realizzato grazie all’interessamento di una compagna diventata chirurgo ortopedico. «Desiderava essere ricoverato nella Rsa che un tempo era stata il suo ginnasio. Una volta lì si è reso conto, però, che il passato non era più lo stesso e ha chiesto di poter tornare a Roma “il posto” diceva “dove sono stato più felice”».

Nicoletta e Gastaldi il 31 luglio hanno preso un treno e sono partiti per la Capitale. «Destinazione una casa di riposo in cui potesse avere assistenza continua e lì è rimasto fino alla fine». Nel 1978 aveva scritto un libro Tutte le poesie, una proprio dedicata all’11 dicembre, si intitolava Alla morte. “Che tu sia una morte gentile – di questo ti ho sempre pregata – senza frastuono né grida; il soffio di un vento più freddo, la voce dell’amica d’infanzia che giunga a chiamarmi per nome… Che tu sia una morte gentile come il silenzio di un’innamorata, come il suo cuore senza peso più leggero della prima carezza!”».

Una foto della 5D

Una foto della 5D

La sua morte è stata così; «gentile e lui più gentile della morte. Io gli ero vicina, tutta notte sono rimasta lì e gli parlavo. Nella sua vita ne ha scritte tante di poesie agli ex allievi, due anche a me. La più bella si chiama Resiste la tua voce perché io sono attrice e mi aveva sentito alla radio. A 17 anni mi aveva dedicato Stai sul ramo più alto. Me l’ha sempre detto e me l’ha ripetuto fino alla fine dei suoi giorni “Stai sempre sul ramo più alto”. Si è stupito quando ha visto in quanti eravamo a prenderci cura di lui. Venti persone più decine e decine di messaggi che arrivavano ogni giorno. Tutti con gli stessi ricordi, la stessa commozione, la stessa motivazione a farlo felice».

Perché? Si capisce bene dalle parole di Nicoletta: «Anche alla fine che non era più un insegnante aveva da insegnare. Non aderiva ai cliché e ai pregiudizi, cercava le verità anche nel rapporto con noi. Entrava in contatto in modo autentico, aveva una preparazione personale profonda coltivata tutta la vita e ti stimolava a diventare altrettanto. Era un mix di carisma e preparazione. Aveva uno sguardo unico sulle cose: non convenzionale, originale. Oltre alle apparenze. Rifiutava le etichette sia con le materie sia con le persone. Era un uomo profondamente libero».

In copertina, la foto del giorno in cui il professor Gastaldi e Nicoletta si sono rivisti dopo quarant’anni. Era l’11 febbraio 2023.

Fonte: Chiara Pelizzoni | FamigliaCristiana.it

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