Spesso, anche tra cattolici, facciamo festa senza ricordarci del Festeggiato. Che Dio si faccia Bambino (e poi Pane) è, invece, la verità più dirompente della storia
Anche quest’anno è arrivato Natale. Lo dicono le luci, i regali, la frenesia degli ultimi giorni che pervade tanti, un po’ meno la gioia dei bambini, che sono sempre meno. Mentre ci si prepara a cene e pranzi per fare in modo che ciascuno abbia il suo regalo (tutte cose bellissime), diminuisce sempre di più nella gente la percezione del significato vero del Natale. Chi è il festeggiato? Si tratta di una giornata di festa, dell’inizio delle vacanze invernali, della festa dell’inverno? O invece a Natale celebriamo la festa del Creatore che diventa uomo?
Proviamo a riflettere su che cosa significa questa affermazione. Chi veramente percepisce nella sua radicalità la festa della nascita del Figlio di Dio che si fa uomo? Tempo fa un sacerdote che vive in un mondo prevalentemente islamico mi diceva che i musulmani della sua regione ascoltavano volentieri le sue catechesi prima del Natale, ma quando arrivava a parlare della nascita di un Bambino, che è Dio e che addirittura può essere mangiato da noi nell’Eucarestia, non riuscivano più a seguirlo.
Noi semplicemente abbiamo messo da parte il Festeggiato. Ci scambiamo i regali, riuniamo le famiglie, andiamo magari alla Messa di Mezzanotte, ma non abbiamo presente la portata dell’evento. E così abbiamo smesso di stupirci di fronte all’incredibile Mistero del Natale.
Questo Bambino che nasce porta nel mondo la Verità, la Pace, l’Unità, tutte con la maiuscola tanto sono importanti, ma chiede una cosa che non siamo più capaci di offrire: la fede in Lui. Perché è soltanto dalla Fede in Cristo che può rinascere l’unità nella Chiesa divisa, che si può ottenere la pace nella giustizia nelle guerre in Ucraina, in Palestina e Israele, che si può accogliere quella verità che può dare senso alla vita di ciascun uomo e ciascun popolo.
Allora chiediamo a Dio la grazia di lasciarci cambiare il cuore dal Bambino che nasce, di credere in Lui, così che possiamo diventare piccoli strumenti di verità, di pace e di unità nella vita concreta delle nostre relazioni familiari e sociali, per superare le consuetudini e comprendere di essere davanti al Mistero più grande e più importante.
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