Nessuno meglio di lui avrebbe potuto testimoniare alla 51esima March for Life 2024 a Washington, D.C, che si svolgerà venerdì 19 gennaio, la seconda dopo lo storico ribaltamento del caso Roe v. Wade. Parliamo di Antonio de Mello, un uomo brasiliano che ha adottato 46 bambini disabili salvati dall’aborto.
Nel 1990, de Mello ha fondato una comunità per disabili Jesus Menino (Bambino Gesù) per fornire un ambiente umano agli orfani brasiliani scartati a causa delle loro menomazioni. Una vera e propria missione di ispirazione cristiana. De Mello ha infatti affermato che la sua forza nel gestire la comunità gli deriva solo dalla fede. Nel 2019 ha dichiarato a LifeSiteNews di essere stato in grado di fondare la comunità e mantenerla «perché questa forza viene da Dio» e che «se non fosse stato per questo amore perfetto della fiducia di Dio in me, non avrei potuto farlo».
Un’ opera elogiata anche dall’ ambasciatore brasiliano negli Stati Uniti, Nestor Forster Jr. che ha definito il lavoro di de Mello, come «un’ambasciata del paradiso sulla terra». Molti dei figli adottivi del fondatore (46 bambini sui 100 ospitati nella sua comunità) erano sopravvissuti ad aborti falliti o erano stati abbandonati alla nascita, altri devono la vita all’offerta di aiuto di de Mello alle loro madri, che avevano già preso in considerazione l’aborto. E il tema della Marcia di quest’anno è proprio “Con ogni donna, per ogni bambino”.
L’opera di de Mello si basa sulle donazioni volontarie. Per questo LifeSiteNews nel 2021, tramite i suoi lettori, ha donato più di 50.000 dollari alla comunità di Jesus Menino per fornire istruzione, cibo e assistenza medica ai suoi residenti. Nell’ ottobre 2022 è stata lanciata un’altra raccolta fondi, con l’obiettivo di fornire un supporto continuativo alla comunità. Essa, infatti, opera da 33 anni «come organizzazione indipendente riconosciuta dalla Chiesa e dalle autorità pubbliche», sottolinea de Mello, in Brasile.
Per questo ha lanciato un appello per ulteriori donazioni, dal momento che la sua opera funziona «senza alcun accordo con alcuna organizzazione pubblica o privata». La prossima raccolta fondi, oltre a cibo, vestiti, pannolini e forniture sanitarie aiuterà a compensare i costi per pagare le spese elettriche e di ristrutturazione della casa.
Fonte: Manuela Antonacci | IlTimone.org